I sindacati contro i piani industriali
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Corteo del Primo Maggio a Pordenone. Vertenza simbolo:
i lavoratori della multinazionale svedese preoccupati per il futuro dello stabilimento nel Friuli
di Dario Di Vico, Il Corriere della Sera
Davanti al corteo c’erano i lavoratori dell’Electrolux e della Ideal Standard, dietro tutti gli altri e in mezzo i leader sindacali Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Pordenone era stata scelta da Cgil-Cisl-Uil per la manifestazione nazionale del Primo Maggio in quanto «città simbolo» della lotta per l’occupazione. La vertenza Electrolux, infatti, è ancora aperta e un incontro - si spera risolutivo - è in calendario per il 5 maggio ma più in generale è tramontata l’immagine di un Friuli felix visto che le crisi industriali si contano a decine e soprattutto riguardano le grandi imprese della Regione. Le preoccupazioni maggiori in città riguardano il futuro dello stabilimento di Porcia per il quale il piano industriale proposto dalla multinazionale svedese degli elettrodomestici è giudicato largamente insufficiente dal sindacato e non solo. Se come propone Electrolux a Porcia resteranno solo alcune produzioni di nicchia gli esuberi di personale saranno piuttosto consistenti e guardando più in là lo stesso futuro dell’impianto non sarebbe così certo.
I tre leader
Dal palco i tre leader sindacali non hanno apportato nuovi elementi di riflessione e si sono limitati a ribadire l’appoggio convinto delle confederazioni. «Electrolux - ha detto Camusso - vuole tagliare i salari dimostrando che non conosce le condizioni di lavoro degli operai italiani, con retribuzioni tra le più basse d’Europa. Questa vertenza è un simbolo, non si esce dalla crisi se non c’è giustizia sociale, senza capire che chi ha di più deve dare a chi ha di meno». Angeletti ha aggiunto che «siamo un Paese competitivo fino ai cancelli della fabbrica» passati quelli la burocrazia e l’inefficienza la fanno da padrone. Comunque dai discorsi dei tre leader si è avuta l’impressione che la loro attenzione fosse più rivolta alla nuova sfida lanciata dal governo con le ipotesi di riforma della pubblica amministrazione illustrate ieri da Matteo Renzi e dal ministro Marianna Madia. Angeletti ha sostenuto che se il governo chiede la consultazione dei lavoratori poi però deve rispettarne gli esiti altrimenti è una presa in giro. Bonanni ha tenuto un discorso più aggressivo in cui se l’è presa con il populismo, i poteri forti e «i loro strumenti di persuasione sottile», lo shopping dei capitali stranieri in Italia, la rendita e persino con Twitter e Facebook. «La vera democrazia odora di sudore» ha scandito a rivendicare una sorta di primato della mediazione sindacale rispetto alla Rete e ai social network. Camusso, dal canto suo, ha indirizzato una frecciata al presidente della Confindustria Giorgio Squinzi («è intollerabile che anche lui dice che gli imprenditori se ne possono andare dall’Italia...») e un duro attacco al ministro Federica Guidi per le sue dichiarazioni pro-Fiat. Ha anche rispolverato il vecchio slogan del «resisteremo un minuto più di chi ci vuol togliere il lavoro» e a Renzi ha mandato a dire che invece di prendersela con i lavoratori deve colpire clientelismi e corruzioni annidati nella pubblica amministrazione.
Le contromisure
In definitiva l’appuntamento di Pordenone si è svolto secondo i riti: la partecipazione non è stata straordinaria, non sono state avanzate soluzioni nuove sul caso Electrolux e i leader sindacali hanno tenuto il loro tradizionale registro. Si capisce però che l’offensiva di Renzi li preoccupa ed è altrettanto evidente che non hanno ancora trovato le contromisure.
1 maggio 2014 | 1Il caso Electrolux e il taglio dei salari
Dicono i sindacati: “…(il governo )deve colpire clientelismi e corruzioni annidati nella pubblica amministrazione”. Vero ma:1) e gli ex sindacalisti nelle società pubbliche e para pubbliche ? 2) E i sindacalisti comandati fuori dai loro posti di lavoro per anni e pagati dallo Stato? 3) e i vari centri di assistenza istituiti per dare introiti extra ai sindacati? 4) e i bilanci mai, salvo errore, resi pubblici, le varie società che hanno istituito per gestire settori economici ? Insomma chi è senza peccato ……
Tutto si svolge “ secondo i riti dice il Corriere”.
Dice Renzi: ci vogliono i marines americani per fare le riforme in Italia!!! OPACT