Chi segue Renzi sul jobs act I commenti e le reazioni
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della politica e dei sindacati all'indomani della proposta
del segretario del Pd
"La proposta di Renzi sulla natura dei contratti e le tutele ad essi collegati non è nuova, ma va dettagliata meglio". Così il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, è tornato a commentare il jobs act che il neo segretario del Pd si appresta a presentare alle forze politiche. "Bisogna capire di cosa si sta parlando. Noi adesso abbiamo ogni trimestre circa 400 mila assunzioni a tempo indeterminato e circa 1 milione e 6 a tempo determinato. Allora riuscire a trasformare contratti precari in contratti di più lunga durata è un obiettivo assolutamente condivisibile, che però in un momento di grande incertezza come questo molte imprese siano disponibili ad andare in questa direzione è un fatto da verificare. C'è poi da dire che molte delle proposte presentate da Renzi in questa lista prevedono investimenti consistenti", ha spiegato ancora Giovannini ricordando anche le proposte già presentate in passato. Proposte contrapposte, "una dei professori Boeri e Garibaldi, nella quale l'azienda può più facilmente interrompere un rapporto di lavoro al'inizio attraverso un indennizzo monetario, per poi invece con il passare degli anni lavorati tornare per il lavoratore a una situazione standard, quella protetta dall'articolo 18; e un'altra del professore Ichino in cui invece l'articolo 18 entra in campo solo dopo molti anni", ha aggiunto il ministro.
"COME ENTRARE ALL'IKEA" - "Addentrarsi nella lettura della bozza del Job Act di Renzi è un po' come entrare all'Ikea: ci trovi qualcosa di utile e tanta paccottiglia ma, soprattutto, quando arrivi a casa scopri che non è facile montare quello che hai acquistato". Lo ha detto la deputata di Fi, Renata Polverini, vice presidente della commissione Lavoro, nel commentare il contenuto del piano per l'occupazione del segretario Pd.
I COMMENTI DI NCD - "La proposta di Renzi sul lavoro, ancora teorica, mi sembra un libro degli intenti. Le riforme sono belle, ma nella misura in cui hanno delle coperture per essere attuate". Così Renato Schifani, presidente di Nuovo Centrodestra, commentando alla radio le proposte di Renzi per il mercato del lavoro.
"Le bozze di piano per il lavoro del Pd potrebbero suscitare più discussioni che decisioni" e il "nodo dell'art. 18 è inesorabile". I dubbi sul job act renziano provengono dal capogruppo dei senatori Ncd, Maurizio Sacconi, che ha spiegato: "E' un pericolo da rimuovere perché il nostro mercato del lavoro ha bisogno di concrete e tempestive misure sia sulla regolazione che sul costo indiretto del lavoro. La regolazione non costa e può dare molto in termini di propensione ad assumere. A questo scopo – ha proseguito – deve essere semplice e chiara, in modo da consentire all'imprenditore di prevedere con certezza le conseguenze di un'eventuale conclusione del rapporto di lavoro".
E sempre da uno dei componenti del Nuovo Centrodestra, Roberto Formigoni, arriva un commento al job act, questa volta via twitter
LA CISL DI BONANNI - Il job act di Matteo Renzi convince la Cisl. E' il segretario generale della confederazione di via Po, infatti, a commentare positivamente il nuovo piano del lavoro che il neo segretario Pd si appresta a girare alle forze politiche. "Siamo tendenzialmente favorevoli perché l'idea di dare forza ad un solo contratto eliminando tutti i contratti civetta, tipo le false partite iva che servono solo a pagare meno i giovani, ci convince", ha detto. "Certo dobbiamo parlarne ancora molto tra di noi ma tendenzialmente lo vediamo con molto favore", ha ribadito Bonanni avvertendo che tuttavia non bastano le sole regole a sbloccare il mercato del lavoro, e che serve invece "una buona economia". "La classe dirigente parla di occupazione ma l'unico sforzo che ha fatto è regolare solo le norme senza preoccuparsi di favorire gli investimenti. E questo produce un corto circuito pericoloso. Senza rimuovere gli ostacoli per attarrre investimenti non avremo nessun lavoro", ha spiegato ancora.
IL GIOVANE TURCO DEL PD - "Per ora ci sono i titoli ma è condivisibile l'impianto che non è solo giuslavoristico. Si parla a 360 gradi di come si crea lavoro". Matteo Orfini, esponente dei Giovani turchi del Partito democratico, giudica così le prime bozze del Job act presentate ieri dal segretario del partito. Per Orfini sono condivisibili le proposte "sull'aumento della tassazione delle rendite, sulla diminuzione dei costi dell'energia, e i capitoli che Renzi definisce piani industriali e di settore. Bisogna però vedere quando si passa dai titoli alle misure se si va nella direzione giusta", ha sottolineato.
L'IDEA DI GASPARRI - ''Valuteremo con grande attenzione e rispetto ogni proposta tesa a creare lavoro, ma ricordiamo che occorrono fatti reali. Quelle di Renzi appaiono per il momento indicazioni generiche. Non ci sono coperture economiche, il costo soprattutto della tutela dei non garantiti, di coloro che perdono il lavoro. Gia' sappiamo quanto è costato garantire ammortizzatori sociali, mobilità e cassa integrazione". Lo ha detto il vice presidente del senato, Maurizio Gasparri.
LA POSIZIONE GRILLINA - ''Noi siamo convinti che il reddito di cittadinanza così com'era è stato proposto continua a essere lo strumento migliore. Quello che dice Renzi in parte può essere condivisibile dal punto di vista teorico ma noi continuiamo ad aspettare dei fatti. La disoccupazione doveva essere attaccata in legge di Stabilità, dovevano esserci dei passi importanti per rilanciare la piccola e media impresa, dovevano esserci interventi importanti per il cuneo fiscale e queste cose non sono accadute''. Sono state queste le parole della capogruppo uscente del Movimento 5 Stelle al Senato, Paola Taverna, intervenuta nel corso di una trasmissione radiofonica.
IL COMMENTO DI ICHINO - "Renzi chiede osservazioni, anche critiche, riguardo alle anticipazioni da lui fornite sul suo Jobs Act. Ecco le mie". Pietro Ichino, senatore di Sc e giuslavorista, ha presentato così, in un tweet lanciato questa mattina, le sue osservazioni alle anticipazioni del piano di Renzi, "ancora un pò generiche e con qualche difetto di improvvisazione"
Sul suo sito, il senatore scrive un primo commento a caldo.
IL COMMISSARIO EUROPEO ANDOR - "Alcuni dei punti chiave del jobs act del segretario del Pd Matteo Renzi sono in linea con le raccomandazioni Ue sul mercato del lavoro" anche se "aspettiamo i dettagli". Lo ha affermato il commissario Ue al Lavoro Lazlo Andor, a margine di una conferenza stampa. A suo giudizio, bisogna infatti rendere "più inclusivo e dinamico" il mercato del lavoro. In Italia, i fattori che incidono di più sono l'"eccessiva segmentazione" e il "gap generazionale" tra le persone colpite dalla disoccupazione.
9 gennaio 2014 - ore 12:47