Fratello Obama, la tua riforma colpisce la
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nostra libertà (e pure i poveri). Monsignor Joseph Kurtz
aveva chiarito il proprio pensiero a Obama sulla riforma sanitaria già a fine dicembre. In una lettera inviata alla Casa Bianca, il nuovo capo dei vescovi degli Stati Uniti spiegava al presidente che se pensava di aver trovato un interlocutore più flessibile e magari malleabile rispetto al predecessore, s’era sbagliato di grosso. Sui princìpi cosiddetti non negoziabili, la triade aborto nozze gay ed eutanasia, la posizione della chiesa americana non si sposta di un millimetro da quella fissata da Timothy Dolan, arcivescovo di New York. Monsignor Kurtz si concentrava sulla violazione del diritto alla libertà religiosa – “first freedom”, come recita la Costituzione. Denunciava come le misure dell’Affordable Care act penalizzassero “in modo duro e sproporzionato” quanti cercano di offrire ai propri dipendenti un’assicurazione rimanendo però coerenti con il proprio credo religioso.
Il vescovo di Louisville è tornato sul tema con un intervento pubblicato sul Religion News Service e ripreso dal Washington Post. Il ragionamento del presule eletto a novembre parte da una delle questioni che più accomunano il Papa a Obama, quello dei poveri. Una questione talmente cara all’inquilino della Casa Bianca che l’ha portato a prendere interi brani di interventi papali su economia, finanza, capitalismo, poveri e periferie per spenderli poi nei propri discorsi. La ricerca di un’alleanza, di un’intesa che possa conquistare anche quell’elettorato deluso da Obama ma entusiasta dal nuovo Pontefice preso quasi alla fine del mondo, scriveva il Los Angeles Times. E il New York Times, qualche giorno fa, aggiungeva che a Capitol Hill liberal e conservatori discutono sempre più spesso di come tradurre in atti concreti i princìpi sociali illustrati da Francesco.
A cominciare dalla povertà, cruccio anche di Kurtz, che prende a esempio la congregazione delle Piccole sorelle dei poveri, da più di due secoli attive nell’assistenza dei bisognosi e degli anziani soli. Che faranno? Rischieranno di pagare multe salate o “violeranno le loro convinzioni più profonde” per evitare di pagare migliaia di dollari in sanzioni? E’ questo il dilemma, spiega il successore di Dolan. Nient’altro che questo. “Quando i poveri hanno bisogno di aiuto, le piccole sorelle dei poveri sono lì per servirli. Ora sono andate in tribunale per impedire che il governo le costringa ad agire contro la loro fede”. Questo è solo un esempio, aggiunge il capo dei vescovi d’America: “Le conseguenze dell’applicazione della riforma sanitaria sugli istituti religiosi no profit si vedranno nei prossimi mesi”, chiarisce il presule. “Abbiamo speso tempo e fatica per cercare un dialogo sincero con l’Amministrazione Obama, nella speranza di evitare l’approdo a questo punto morto. Ma le nostre preoccupazioni continuano a non trovare ascolto. I nostri enti sono costretti a partecipare alla fornitura di farmaci e servizi che violano le nostre più radicate convinzioni religiose”, dice monsignor Kurtz, che aggiunge: “Stiamo solo chiedendo che il governo comprenda che vogliamo vivere la nostra fede senza finire sotto la mannaia del governo”.
© - FOGLIO QUOTIDIANO di Matteo Matzuzzi – @matteomatzuzzi, 8 gennaio 2014 -