L’ultimo al patibolo

La giustizia e la morale

Come l’ultima carmelitana a salire sul patibolo della Rivoluzione raccontata da Bernanos. Nel giorno in cui la Francia faro di ogni liberazione si ribella contro il rigurgito moralista, Silvio Berlusconi diviene paradossalmente l’ultimo – a dir meglio il primo e l’ultimo, l’unico – a essere condannato perché “risulta innanzitutto provato che l’imputato abbia compiuto atti sessuali con El Mahroug Karima in cambio di ingenti somme di denaro”. E che atti sessuali. Nelle 326 pagine di motivazioni della sentenza che inchioda il “collaudato sistema prostitutivo di Arcore”, si scopre infatti “che è del tutto irrilevante definire gli esatti contorni degli atti sessuali compiuti dall’imputato” con la signora El Mahroug, “non occorrendo per la sussistenza del reato in esame un rapporto sessuale completo, essendo tuttavia sufficiente qualsiasi commercio del proprio corpo a carattere retributivo”.

Dunque, secondo l’invereconda verecondia della signora Boccassini e dei suoi correligionari togati, “lo spogliarsi, il ballare nude, scoprire con fare ammiccante il seno e il fondoschiena, mostrare le proprie nudità all’imputato a distanza ravvicinata erano tutti comportamenti oggettivamente idonei a stimolare l’istinto sessuale di Berlusconi. Tra l’altro, il compimento di tali atti comportava spesso un contatto fisico con l’imputato, a più riprese nell’arco della serata, quali strusciamenti, toccamenti di seno e di parti intime, palpeggiamenti di glutei, cosce e fianchi”. Roba da chiamare lo psicoanalista, più che il moralista: inteso per i giudici. L’immaginario erotico guardonistico della Corte di Milano parla di un’immoralità bacchettona e ipocrita, è un’enormità contro cui un paese civile (non l’Italia) si ribella. Ma il Cavaliere, come la carmelitana, sarà l’ultimo a salire al patibolo. E poi andremo tutti quanti al suo funerale, come cantava Jannacci, per “scoprire che battono anche le suore”. E vedere di nascosto l’effetto che fa.

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