Gli esami (europei) non finiscono mai.

la Germania finisce dietro la lavagna perché esporta troppo.

La Commissione europea ha avviato oggi un’indagine volta ad approfondire gli squilibri macroeconomici dell’Italia e di altri 15 paesi dell’Eurozona. Gli esiti dell’esame si conosceranno solo in primavera, ma sotto la lente di Bruxelles c’è per la prima volta anche la Germania "colpevole" di avere un'eccedenza delle partite correnti della bilancia commerciali (la differenza tra export e import) superiore ai limiti previsti dal patto di stabilità e crescita. Definita ancora “a rischio” la situazione dell’Italia a causa del persistere di un elevato debito pubblico.

Italia. Export, la perdita di competitività e l'elevato debito pubblico erano gli squilibri rilevati dalla Commissione nell’aprile scorso. Il rapporto di oggi rivela invece come "numerosi indicatori oltrepassano le soglie concordate": la perdita di quote di mercato dell'export, il deprezzamento del tasso di cambio effettivo rispetto al resto dell'area euro e il debito pubblico.

Inoltre, si sottolinea nel rapporto dell'esecutivo di Bruxelles, "una caduta della domanda interna e in particolare una forte contrazione degli investimenti sono stati il fattore principale del miglioramento della bilancia commerciale, che dovrebbe registrare un avanzo nel 2013". Ma l'elevato debito pubblico "rimane una significativa fragilità per il paese, date anche le prospettive di crescita debole". Un incremento è stato registrato anche per quel che riguarda “povertà ed esclusione sociale, in particolare la forte deprivazione materiale”. Il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, ha però voluto tendere una mano all’Italia, sulla scia dell’ottimismo dimostrato dal premier Enrico Letta secondo cui “la ripresa non si vede, ma è a portata di mano”. Se i mercati finanziari internazionali hanno "una chiara percezione delle riforme in corso", ha detto Barroso -  l'Italia sarà "immediatamente ripagata" dagli stessi mercati in termini di abbassamento degli spread.

Quindi, se in Italia, Francia e Ungheria, gli ultimi esami della Commissione avevano riscontrato la presenza di squilibri che richiedevano "un'azione politica risoluta, i prossimi esami approfonditi valuteranno la persistenza degli squilibri". Per gli altri stati membri, per i quali erano stati individuati squilibri, ossia Belgio, Bulgaria, Danimarca, Malta, Paesi Bassi, Finlandia, Svezia e Regno Unito, l'esame, si sottolinea dalla Commissione, "contribuirà a valutare la misura in cui gli squilibri persistono o sono stati corretti".

Inoltre, secondo quanto emerge dal report, "si prepareranno esami approfonditi anche per la Germania e il Lussemburgo per esaminarne meglio le posizioni sull'estero e gli sviluppi interni, in modo da verificare l'eventuale esistenza di squilibri in questi Paesi".  Se la Germania, nelle ultimi indagini di Bruxelles, non presentava sbilanci particolari, in quest’ultimo report si sottolinea invece come a partire dal 2007 Berlino abbia registrato un surplus superiore alle soglie previste (fissate al 7 per cento). Il fatto che la Commissione europea abbia avviato un'"indagine approfondita" sull'eccessivo surplus della bilancia commerciale tedesca non significa che disapprovi la competitività della Germania. Lo ha chiarito il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso. "E' prematuro - ha aggiunto - anticipare se ci saranno conseguenze per Berlino" al termine dell'indagine, i cui risultati saranno noti la prossima primavera. La Germania è uno dei principali "motori dell'economia europea e "non si sta criticando la sua competitività", che dovrebbe essere un esempio per tutti gli altri Paesi.

Intanto I cosiddetti cinque "saggi ", il gruppo di economisti che consiglia il governo tedesco, ha lanciato oggi un monito alla cancelliera Angela Merkel a non abbandonare l'austerità di bilancio, criticando l'ipotesi di aumento della spesa pubblica. Nella sua relazione 2013-2014, consegnata oggi alla Merkel, gli esperti sottolineano soprattutto i rischi dei negoziati che la Cdu sta portando avanti con l'opposizione socialdemocratica per giungere alla formazione di un nuovo governo. Il Foglio, 13 novembre 2013 - ore 16:03

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