Euro, la Bce taglia i tassi per contrastare

la minaccia della deflazione

L'ultima variazione risale al maggio 2013. Il presidente Draghi in conferenza stampa: "La decisione è stata presa a maggioranza, anche se alcuni membri del Consiglio avrebbero preferito aspettare"

Con una mossa a sorpresa, la Banca centrale europea ha tagliato il costo del denaro al minimo storico. Il Consiglio direttivo dell'Eurotower ha deciso di ridurre il tasso di  riferimento allo 0,25 per cento. L'ultima variazione risaliva a maggio 2013, quando la Bce aveva tagliato dello 0,25 per cento il tasso di riferimento che era rimasto fermo allo 0,75 per cento dal luglio 2012.

La decisione ha sorpreso la gran parte degli analisti, ed è motivata dalla necessità di contrastare la frenata dell'inflazione (che è scesa dal 1,6 per cento di questa estate allo 0,7 odierno, ben al di sotto del target del 2 per cento fissato dalla Bce) e di conseguenza a scongiurare il timore della deflazione.

La Bce ha abbassato anche il tasso d'interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale, sceso allo 0,75 per cento, mentre quello sui depositi bancari resta allo 0 per cento. Il presidente dell'Istituto centrale, Mario Draghi, sta tenendo una conferenza stampa per approfondire le motivazioni dell'intervento.

Proprio nel corso del suo intervento a Francoforte, Draghi annuncia che i tassi di riferimento  "resteranno a questo livello o più bassi per un lungo tempo". La Bce ha dunque confermato la "forward guidance" dello scorso luglio. L'eurozona – aggiunge il governatore – si incammina "verso un prolungato periodo di bassa inflazione" in cui anche la disoccupazione resterà "elevata" e "il consolidamento nel settore pubblico e privato continuerà a pesare sull'attività economica". Draghi poi aggiunge che "la ripresa c'è, ma è modesta soprattutto nella seconda parte del 2013". La Bce dunque conferma le proprie aspettative di una "ripresa dal ritmo lento" nell'Eurozona, legata a un "graduale miglioramento della domanda interna, sostenuta dalla politica monetaria accomodante" dell'Eurotower e a un "progressivo rafforzamento delle esportazioni", nonché alla "graduale trasmissione all'economia reale dei miglioramenti dei mercati finanziari".

Draghi spiega anche che "quella sul taglio dei tassi è stata una decisione a maggioranza" ma con "differenze solo sui tempi", poiché "alcuni membri del Consiglio direttivo avrebbero preferito aspettare" nuove conferme del calo dell'inflazione.

Secondo quanto afferma Draghi il tasso di inflazione salirà gradualmente fino ad arrivare a livelli inferiori ma prossimi al 2 per cento: "Gli ultimi indicatori mostrano un'ulteriore diminuzione della pressione sui prezzi nell'area euro e le famiglie stanno beneficiando del calo dei costidell'energia", ha aggiunto Draghi, "e le dinamiche monetarie del credito restano deboli. Allo stesso tempo, le aspettative sull'inflazione continuano a essere fermamente ancorate, in linea con i nostri obiettivi". Il numero uno della Bce ha poi esortato i governi dell'Eurozona ad andare "avanti con le riforme strutturali e con gli interventi di riduzione del deficit". Draghi ha inoltre annunciato che la Bce ha dato il via libera alle operazioni di rifinanziamento, Ltro, a 3 mesi fino al giugno 2015.

In mattinata la Bank of England aveva deciso di lasciare invariati i tassi allo 0,5 per cento e di mantenere in essere il Quantitative easing, l'acquisto di asset pubblici. Ieri un rapporto interno alla Federal riserve diceva che pure la banca centrale americana è intenzionata a mantenere stabili le politiche monetarie espansive finché la disoccupazione non arriverà al 5,5 per cento, contro il 6,5 fissato in precedenza. Ergo, il cosiddetto "tapering", cioè la riduzione degli stimoli monetari, si allontana ancora. Il Foglio, 7.11.2013

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