Morte in mare, chiacchiere a Bruxelles

Gli euroburocrati fanno i conti in tasca a Lampedusa

e nulla più.  “Se non miglioreranno le condizioni a Lampedusa e in altri centri di accoglienza dei migranti, la Commissione europea non esiterà ad aprire una procedura d’infrazione contro l’Italia”. E’ dunque questo il risultato, per ora l’unico, della visita a Lampedusa del presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso, e della commissaria Cecilia Malmström. Visita fortemente richiesta dal governo e avvenuta a ridosso della strage del 3 ottobre. E’ certo che i nostri centri, così come le carceri, devono essere portati a standard di civiltà; ma la dichiarazione della Malmström è tipica di chi anziché la luna guarda il dito.

In perfetto stile brussellese, la commissaria snocciola un resumé contabile di quanto l’Italia riceve dall’Europa “per gestire i flussi migratori e dell’asilo” (478 milioni dal 2007), omettendo di dire quanto versiamo e trascurando clamorosamente le ricadute sociali del fenomeno. Ma soprattutto a Lampedusa, più che sull’immane e bestiale faccenda degli sbarchi e di come l’Italia non possa affrontarlo da sola, l’inviata Ue si è soffermata sulle modalità dell’accoglienza e sulla contabilità. Non è certo questo l’impegno europeo ancora ieri chiesto a Montecitorio dal presidente del Consiglio Enrico Letta in vista del summit europeo di domani. Nella cui lettera d’invito scritta dal presidente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy, si propone come ultimo punto “uno scambio di vedute sulla situazione che è seguita alle recenti tragedie nel Mediterraneo”. E mentre l’Italia, con la solitaria operazione Mare Nostrum, cerca per ora senza grandi risultati di intercettare in alto mare i trafficanti di uomini, Bruxelles fa quello che ha sempre fatto, parla come ha sempre parlato: burocrazia e burocratese.

© - FOGLIO QUOTIDIANO, 23 ottobre 2013 - ore 06:59

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