Il voto di fiducia al governo Letta

espresso dalla famiglia di Forza Italia, merita 10 e lode

per la disinvolta prova di spregiudicato tatticismo, ma potrebbe ricevere un altrettale voto di approvazione e lode se dovesse produrre un inatteso processo di europeizzazione del sistema politico italiano. La nascita dalla costola del Pdl della sezione italiana del Ppe, potrebbe provocare per rimbalzo la nascita della sezione italiana del Partito socialista europeo. Pdl e Pd sono fratelli gemelli.

Sono figli della stessa madre: la crisi globale ’89-’92 e il giustizialismo italiano ’92-’94. Si sono nutriti con la stessa “nutella!”: le leggi elettorali maggioritarie, la caduta delle ideologie, il pensiero unico, il partito personale.

Hanno perso insieme la battaglia della modernizzazione del paese nell’assetto globale. Hanno accettato insieme il neocolonialismo del costituzionalismo dei Trattati e il signoraggio della finanza mondiale e del mercato. Sono stati travolti dalla stessa impotenza: l’assenza di vita democratica interna. Se il grido “il re è nudo” è stato lanciato dalle giovani volpi della democristianeria italiana, non mi addolora.

Il colore del gatto che prende il topo è irrilevante. E non mi dispiacerebbe neanche l’eventualità che nel Pd il grido di guerra fosse lanciato da un ex dc. I socialisti sono in letargo (che potrebbe finire all’improvviso) da vent’anni. Per ora mi interessa che sia posto il problema politico: non si è in Europa perché abbiamo una moneta comune. In Europa si può contare se in ogni paese vi è un sistema politico che abbia forti legami culturali e organizzativi con le tradizionali famiglie politiche sovranazionali. Spero che al più presto possa essere aperto un confronto che superi le miserie degli applausi o dei fischi alle acrobazie parlamentari. Fraterni saluti. Rino Formica, lettera al foglio 4/10

Formica si ostina a occuparsi di politica, io mi occupo di Berlusconi, che mi sembra drammaturgicamente più interessante. Al paese ci pensano Draghi e la Buba.

Al direttore  il Foglio  

Mi domandavo che fine avesse fatto Fabrizio Barca. Ho scoperto che, da aprile, è impegnato in un “Viaggio in Italia” che si concluderà a novembre. Ci tiene a far sapere che ha ricevuto 800 inviti, realizzato 94 incontri, a cui hanno partecipato ben 12.614 persone per la durata complessiva di 218 ore. Sono stati svolti, in sua presenza, 648 interventi, anche da parte di 66 estranei al Pd. Il nostro ha percorso, nel suo viaggio, 26.502 km. Sarà riuscito a spiegare il concetto di “catoblepismo”?

Giuliano Cazzola

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