Vittorio Veneto: MOVIMENTISMO culturale

senza soluzioni e progetti nuovi per la città e territorio.

Convegno interessante quello svoltosi giovedì con la partecipazione del VescovoPizziolo, Profumo (Unicredit) e Vardenega (Confindustria) su”Etica, finanza e impresa sono compatibili?”

Pubblichiamo il commento apparso su Oggi Treviso di W. Cadorin

 Penso anche con molto pubblico. Dalla cronaca cui sopra ( v. Oggi Treviso), sembra, ma già era sottointesa, che la risposta sia stata, molto riassumendo,: si ma a determinate condizioni.

Quindi non è stato messo, pare, in discussione “il capitalismo” e i suoi strumenti ma la necessità di regolamentarli, controllare camin facendo le storture che si manifestano in essi perché, alla fine, è l’uomo, sommo peccatore e amante dello sterco del diavolo, che li crea e gestisce.

In Italia poi il credito si è imbastardito con la politica creando situazioni diciamo poco trasparenti e i tecnici bancari, pur al governo, nulla hanno fatto per “sistemare” la situazione, gli intrecci fra caste e poteri che stanno provocando disastri. Le remunerazioni che gridano vendetta, dei dirigenti.

E’ stata messa in rilievo la necessità della “coesione” sociale, la responsabilità sociale dell’impresa argomenti cari alla Chiesa. Ma poi nella pratica, l’azienda va all’estero alla ricerca di condizioni migliori per fare reddito, leva senza la quale fallisce e l’imprenditore condannato pagando del suo. La società “beata” è fallita con il comunismo.

La Chiesa perdona mail mondo no. Una società che paghi “il merito” e la intraprendenza sembra ancora lontana e senza questo una società moderna è destinata a retrocedere e creare tensioni sociali e sacche di indifferenza disimpegno sociale, vizi e diritto al mantenimento nulla facendo. Per concludersi ancora una volta, al l’accordo recente consociativo, sindacati-confindustria, che bello sulla carta, segna la continuazione di una metodologia che mira a condizionare e a escludere la politica, che non serve perché si sta autoescludendo, e le decisioni che potrebbero modernizzare il paese creando benefici per tutti. Per fortuna, penso, si è tralasciato l’argomento Berlusconi che segna comunque un confronto politico fra due concezioni di sviluppo. La prima che lo Stato sociale debba rimanere così com’è e che ogni aumento di spesa debba essere sostenuto con l’aumento delle imposte. La seconda è che dobbiamo trovare nuove risorse anche mettendo mano alla riduzione della spesa pubblica e ai suoi sperperi e alla organizzazione statale calibrata ancora ai tempi in cui c’era la penna oggi che c’è il computer (da mesi sono in ballo 100.000 esuberi di statali che il Governo non può attuare per l’opposizione dei sindacati). Riforme e politica quindi.

Chiudendo: speriamo che Gava e amici, che poi politica la fanno e si schierano giustamente, ci dicano anche qualche cosa a noi più vicino e “giornaliero” e mi permetto far presente che la “legalità” è un argomento politico e non solo “teorico” o tecnico. Europa docet.CW 28/9

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