I legali di Berlusconi: sentenza sconnessa

Quella della Cassazione "é una sentenza con una motivazione

inesistente ed è quindi una decisione del tutto fuorviante e totalmente sconnessa dalla realtà dei fatti", affermano i legali di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini, Piero Longo e Franco Coppi in una nota. "Nella fretta di voler confermare la sentenza emessa a Milano la Corte di Cassazione, con una motivazione inesistente che altro non è se non un collage delle precedenti decisioni - scrivono congiuntamente i tre avvocati - non ha, con ogni evidenza, tenuto conto alcuno delle reali risultanze probatorie e delle conclamate violazioni del diritto di difendersi provando". "Mai - ribadiscono i legali - il Presidente Berlusconi ha avuto incarichi in Mediaset. Mai il Presidente Berlusconi si è occupato degli acquisti dei diritti televisivi. Mai il Presidente Berlusconi si è occupato degli organigrammi societari che fra l’altro sono continuamente cambiati nel corso degli anni. Ma il il Presidente Berlusconi ha avuto alcun ruolo nelle denuncie dei redditi o nelle scelte operative in particolare quelle finanziarie".

"Si ricordi fra l’altro - prosegue la nota - che la contestata evasione fiscale è pari a poco più dell’1% delle imposte pagate che negli anni oggetto di contestazione hanno superato i 560 milioni di euro. Tutti i testimoni, nessuno escluso, hanno confermato tali situazioni, soprattutto dopo la discesa in politica del presidente Berlusconi nel 1994. Nessun fondo estero è mai stato rinvenuto, né poteva esserlo perchè mai vi è stato. Tutti i denari derivanti dalle plusvalenze sui diritti televisivi rimanevano in capo ad Agrama e agli altri operatori del settore e ciò risulta dagli atti. Così come risulta che Agrama pagasse sistematicamente i dirigenti del settore acquisti dei diritti di Mediaset. Ciò avveniva ovviamente senza che alcunch‚ di ciò fosse noto alla dirigenza o al presidente Berlusconi. Del resto se il presidente Berlusconi fosse stato socio occulto di Agrama mai avrebbe consentito che questi pagasse i dirigenti Mediaset a cui sarebbe stato sufficiente una precisa indicazione per convincerli agli acquisti".

"È quindi una decisione del tutto fuorviante - concludono i legali - e totalmente sconnessa dalla realtà dei fatti. Trattandosi poi di una decisione della Corte di Cassazione, la sentenza è ancora più deludente sul piano strettamente giuridico nella misura in cui non ha dato ragionevoli risposte agli argomenti proposti dalla difesa a dimostrazione della impossibilità di configurazione in punto di diritto del reato contestato al Presidente Berlusconi".  29/8

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