Berlusconi condannato ma non (ancora) interdetto

SENTENZA VILE E CAZZONA intitola il Foglio

La Cassazione ha confermato la condanna a Silvio Berlusconi nell'ambito del processo Mediaset sui diritti tv ma ha deciso che sull'interdizione dai pubblici uffici dovrà essere la Corte d'appello di Milano a ripronunciarsi, rideterminandola al ribasso. La Corte, presieduta da Antonio Esposito, ha quasi completamente accolto le richieste della Procura di piazza Cavour, con la sola eccezione che l'interdizione dai pubblici uffici nei confronti dell'ex premier dovrà essere ricalcolata dalla Corte d'appello di Milano.

La decisione della Cassazione è arrivata dopo sette ore di camera di consiglio. La Suprema Corte ha confermato l'impianto accusatorio nei confronti dell'ex premier. Respinti anche i ricorsi dei tre ex manager di Mediaset Frank Agrama, Gabriella Galetto e Daniele Lorenzano. A questo punto la condanna di frode fiscale nei confronti di Silvio Berlusconi diventa definitiva e per l'ex premier tre anni della pena sono coperti da indulto. L'anno residuo dovrà essere scontato ai domiciliari o con l'affidamento ai servizi sociali. Sull'interdizione sarà la Corte d'Appello di Milano a doversi ripronunciare con un nuovo giudizio rideterminando al ribasso la condanna che, a questo punto, non sarà più a cinque anni. La Procura al riguardo aveva chiesto fosse la stessa Cassazione a rideterminare l'interdizione al ribasso ma Piazza Cavour ha deciso che il riconteggio spetti alla Corte d'Appello di Milan.F.Q., 1/8

Pregiudicato intitola l’articolo il Fatto.

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