Ferrara: "Silvio farò l'ayatollah"

L'Elefantino immagina l'attività politica del Cav nel caso

in cui la Cassazione lo stangasse: "Nel salottino, in tutina blu, a telefonare..."

"Berlusconi farà l'ayatollah". Il futuro del Cav condannato lo racconta Giuliano Ferrara

Un'intervista "fuori casa", per Giuliano Ferrara. Il punto sul Pdl e, soprattutto, sul futuro di Silvio Berlusconi, l'Elefantino lo fa con il Fatto Quotidiano. E apre con una battuta sferzante sugli azzurri: "Falchi, colombe e polli. Nel cortile di Berlusconi ci sono molti polli, tanti galli che cantano".

Falchi e colombe... - Sul Cav, Ferrara spiega: "E' come Garibaldi, ha fatto un sacco di pasticci. Non a caso si dice alla garibaldina". Il direttore del Foglio sottolinea poi come il Cav "ha sentito tutti, poi ha deciso. Per lui la pacificazione è un evento epocale", spiega riferendosi al futuro del governo". E i falchi, che faranno? "Falchi e colombe - prosegue Ferrara - continueranno a levarsi in volo. Noi del giro di Berlusconi diciamo sempre querllo che pensiamo. Lui lascia correre, sente tutti, verifica e poi tira una linea".

Ayatollah - Ovviamente si parla anche di giustizia e dell'incombente pronuncia della Cassazione su Mediaset: "E' vero che ha paura, come qualunque imputato". E se venisse condannato? "Vorrà dire che recupererà la sua vita privata, che la politica gli aveva tolto". Quindi Ferrara si produce in una particolare similitudine: "Lei sa dov'è Qom?", chiede all'intervistatore. Sì, è in Iran. L'Elefantino riprende: "E' la città santa dei teologi. Sono loro che comandano, nei palazzi di Teheran ci sono solo pupazzi". Ecco sciolta la similitudine: "Senza un seggio senatoriale e senza la libertà personale, Berlusconi farà l'ayatollah. Lo vedo - s'immagina l'Elefantino - nel salottino, in tuta blu, a fare telefonate, prendere appunti, costruire il consenso elettorale...".

Il consiglio - Per Ferrara, insomma, anche in caso di condanna Berlusconi continuerà a fare politica dal suo "sacro palazzo", magari la villa di Arcore. Eppure il direttore del Foglio seguirebbe altri percorsi. "Io che faccio distinziaone tra legalità e giustizia - sottolinea - suggerisco sempre all'imputato di andare all'estero".

Un po' come Craxi, insomma. "Esatto. Ma non faccio l'indovino - aggiunge -, non so cosa accadrà. In ogni caso mi pare più probabile la soluzione dell'ayatollah...".

14/07/2013

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