Lettere al Foglio 18.5

Al direttore - La pacificazione civile in uno stato moderno

può intervenire quando il conflitto non è regolato dalla legge, ma dalla violazione della legge da parte di fazioni non controllabili.

I soggetti da pacificare sono quelli che hanno scelto la soluzione della forza. Nella società italiana quali sono i poteri e le forze in lotta fra loro? Se vi fosse un conflitto vero e totale tra poteri dello stato, la guerra civile non sarebbe in piedi da 20 anni. Qualcuno si è fatto scudo di un potere per combattere la sua guerra civile personale. Una vera guerra civile è una guerra politica con la sue nobiltà e con la sue barbarie. Ma noi non siamo immersi in una guerra civile, da 20 anni viviamo all’interno di una grave crisi democratica. Segnata dalla implosione della democrazia organizzata che ha prodotto un distacco del popolo dalle istituzioni. E’ questa la pacificazione che va ricercata: il ritorno del popolo nelle e con le istituzioni. Solo un prolungato divorzio tra popolo e istituzioni può produrre una devastante guerra civile. Oggi si continua a giocare intorno ad una finta guerra civile con Berlusconi agnello e con la Boccassini lupa. Il gioco potrebbe finire male se il sistema politico non riuscisse ad avere un sussulto di vitalità revisionistica. Napolitano, con abile sapienza, ha messo su un governo di tregua con due squadre di duellanti, fedeli ma poco convinti. E così è nata una supersquadra di “Abatini”, come li descriveva il grande Brera: belli a vedere e deboli nel tirare in porta.

Quando finirà questo intermezzo? Una volta si sperava nello stellone d’Italia, adesso si spera nelle stelline dell’Europa. La prossima data è il settembre delle elezioni tedesche. Poi si vedrà, e il film continua. Fraterni saluti

Rino Formica

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