Cacciare i burocrati di stato, 1

Consigli al governo grancoalizionista

dal banchiere emerito Geronzi. “Prima di tutto va sbaraccato, sfoltito, il sistema della grande burocrazia di stato. E sono d’accordo con quello che scrive Francesco Giavazzi. Il compito primario di Enrico Letta è liberarsi di gente come Mario Canzio e Vincenzo Fortunato, i super burocrati che rappresentano la continuità nell’inefficienza, un cancro che scorre nel sangue del processo decisionale”. Cesare Geronzi partecipa al gioco di società escogitato dal Foglio, e malgrado il lambrusco non sia forse vino per banchieri – almeno così dicono – anche il presidente della fondazione Generali partecipa al concorso che ne assegnerà due casse ai migliori suggerimenti indirizzati a Letta e al suo governo di larghe intese. Ce la faremo? “L’occasione è unica”, dice Geronzi. “Ma come democristiano, Letta corre il rischio di parlare troppo e fare poco. Adesso basta ‘spogliatoio’, questa storia del ritiro in Umbria è stata ridicola. E’ una questione di testosterone, Letta ci dimostri di averlo e saremo tutti felici”.

Dunque la burocrazia, prima di tutto. “Nelle grandi operazioni di fusione tra banche, per prima cosa si studiano le sinergie e le economie di scala”, dice il fondatore di Unicredit. “Per ottenere la massima efficienza, in genere, si ristruttura. Un tempo, nelle banche, alle spalle del cassiere c’era un addetto alla ‘spunta’. Era un funzionario incaricato di segnare su un foglio, ovvero di ‘spuntare’, ogni singola operazione del cassiere. Ebbene questa figura oggi non esiste più, è stata eliminata, e il meccanismo è diventato più agile. Lo stesso deve succedere nei ministeri, nella grande burocrazia di stato e nella Pubblica amministrazione: efficienza, informatizzazione, sviluppo tecnologico. E’ così che riparte l’economia e si coniuga il risparmio con la produttività. Letta deve approfittare della situazione. E’ vero che i partiti strepitano. Pd e Pdl, per ragioni diverse, si agitano. Ma nessuno di loro ha davvero la forza o l’interesse a porre fine all’esperienza di governo. E dunque non sono loro il problema. Questo governo si consuma soltanto se non fa nulla, se cederà alla mediocrità e all’inedia. Letta non può permettersi di galleggiare, ha un sostegno formidabile, anche del Quirinale. E a differenza di Mario Monti, lui non ha nemmeno il problema della competizione elettorale tra Pd e Pdl, i due partiti sono preoccupati e sotto schiaffo. Insomma, se Letta fallisce non ha scusanti. E, se posso dare un altro consiglio, deve anche smetterla di dire frasi assurde del tipo ‘questo non è il governo che volevamo’ oppure ‘io non sono il presidente del Consiglio ideale’. Sciocchezze. Tu sei il premier, sei legittimato e devi governare. Tutto il resto sta a zero”.

Letta ha caricato di enormi aspettative il Consiglio europeo del 26 e 27 giugno, quello che dovrebbe sbloccare i fondi europei contro la disoccupazione giovanile. “La disoccupazione si riassorbe solo con la ripresa economica, e l’Italia ha ancora margini di autonomia per fare cose importanti senza chiedere degli spiccioli all’Europa. Che fine ha fatto il decreto che sblocca i crediti alle imprese? Quelli sono quaranta miliardi di euro. Si modifichi subito la riforma Fornero sul mercato del lavoro. E poi c’è anche la Cassa depositi e prestiti. E’ un contenitore sterile di partecipazioni o è una banca, un innesco per la ripartenza economica dell’Italia? Se è una banca, come dovrebbe essere, allora deve fare investimenti per le attività produttive. Ci vuole una politica industriale indipendente dalla regia europea”.

di Salvatore Merlo   –   @SalvatoreMerlo

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