Bravo Bersani, hai resuscitato Berlusconi
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(sembra uno statista) e stai distruggendo il Pd
E’ un destino davvero curioso quello di Pier Luigi Bersani. Sta portando il Pd alla distruzione. Il partito del quale è segretario. Un giorno studieremo all’università come l’uomo che bloccò un Paese.
Ci sono uomini che riescono a bloccare le guerre. Uomini che con il loro blocco riuscirono ad ottenere l’indipendenza, come Ghandi. Uomini che riuscirono a bloccare i carri armati, come il rivoluzionario di piazza Piazza Tienanmen.
E ci sono uomini che bloccarono un intero Paese e che con il suo stallo andò sempre più a fondo.
Adesso tutti se la prendono con Matteo Renzi. Sia chiaro, le parole che ha usato il sindaco di Firenze verso suoi colleghi di partito le avrebbe potute pronunciare soltanto Daniela Santanchè. Ma questo sbraitare di Renzi è comprensibile.
Bersani non ha vinto le elezioni. In questo contesto avrebbe dovuto avviare un dialogo con tutte le forze politiche. Dopo aver preso atto che con il Movimento 5 Stelle ci possono essere dei punti di contatto ma non è possibile formare un governo, avrebbe dovuto aprire un tavolo con il Pdl sia per il governo che per il presidente della Repubblica. Avrebbe dovuto farlo anche per le presidenze della Camere, ma – pazienza – quelle erano già andate prima dell’incarico ricevuto.
Bersani non ha scelto così facendo passare anzitutto Silvio Berlusconi per un gigante. Lo ha resuscitato, rilanciato e lo ha fatto volare nei sondaggi. Ascoltavo il Cavaliere sabato, lo sentivo parlare con toni da statista. Pazzesco, Bersani sta facendo passare Berlusconi per un novello De Gasperi.
Non contento il segretario del Pd sta cercando in tutti i modi aspettando che Napolitano si toglie di torno, visto che è colpevole di non avergli dato l’incarico, e si è messo a lavorare per eleggere un presidente della Repubblica che poi sia in grado di dargli un mandato pieno. Così facendo ha dato netta la sensazione di non lavorare più per il bene del Paese, nemmeno per il bene della sinistra italiana, nemmeno per il bene del Pd. Ma semplicemente per il suo tornaconto personale: andare a palazzo Chigi. A fare cosa, ormai è diventato del tutto secondario.
Così facendo o così dando soltanto la sensazione di agire Bersani ha disgiunto il suo destino personale da quello del suo partito che a questo punto gioca per sé. Sarebbe meglio dire che non solo il suo partito ma nel suo partito ognuno gioca per sé. Renzi deve scongiurare questo schema perché deve andare a votare a breve, la data che preferisce è quella di autunno. Perché avrebbe a disposizione alcuni mesi per far svolgere le primarie, candidarsi, vincerle e andare a votare come leader della sinistra. Bersani e tutto il gruppo dirigente del Pd vogliono far saltare questo piano per dare il tempo a Barca di consolidare la sua leadership ed essere eletto segretario. Del Paese non gliene fotte un cazzo a nessuno. Il Portaborse