Il tesserato col teletrasporto
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Il prodigio di Barca nel Pd è un rito antico in tempi record. Giancarlo Pajetta lo
disse per segnalare un record, parlando di Berlinguer: “Si iscrisse giovanissimo alla Direzione del Pci”. Fabrizio Barca lo ha battuto polverizzandolo, il primato berlingueriano: si è iscritto al Pd tre ore prima, è andato da Lilli Gruber ad annunciarlo tre dopo, era già segretario del partito nel percorso tra la sezione (quale?) e gli studi di La7, ieri all’Unità – che lo ha consacrato a tutta (prima) pagina: “Barca: ‘Il partito che vorrei’” – ha confermato: “Mi sono appena iscritto al Pd” – anche se il tono generale dell’evento pare piuttosto: “Il Pd si è appena iscritto a Barca”. Ché di evento si tratta. Il quotidiano del partito barchista anticipa qualche pagina delle 49 delle sue “memorie”: hanno la snellezza dei “Privilegi” di Stendhal e, sembra, pare d’intuire, s’avverte nell’aria, non minor rilievo, comprensive di un agognato manifesto per il rinnovamento del Pd insaporito da “saperi, sentimenti e memorie”. E’ il primo segretario di partito fatto, a memoria d’uomo, con il metodo del teletrasporto, come in “Spazio 1999”, a velocità della luce – quasi l’esatta velocità dello sfarinamento dell’epoca bersaniana. Con qualcosa di antico che va in perfetta opposizione alle fenomenologia da “Happy days” del Fonzie-Renzi.
Intanto la tessera di partito: quasi a nessuno viene più in mente. La gente è pronta a candidarsi a tutto, ma la tessera di partito proprio non gli passa per la testa, fosse pure il partito di cui vorrebbe fare il leader. Metodo antico con sprint moderno, suggestioni da festa dell’Unità e scatto da Bolt in pista. E ha proceduto, già nel ritorno dagli studi de La7 verso casa, al necessario ammassamento: fare tutt’uno con i vendoliani, vedere il segretario della Fiom Landini, calamitare gli antirenziani che cominciano a vagare rischiando lo spiaggiamento come i delfini del Tirreno. Un gregge sparso che Barca si propone di riportare all’antico ovile di sinistra, dopo l’irrisolutiva transumanza a vuoto nei pascoli democrat. Disse Barca di essere “un comunista impenitente” – scherza, pensarono; forse rivendicava solo il necessario quarto di nobiltà. Che passa per la tessera, per la Fiom, per l’unità delle forze progressiste. E poi, potenza del teletrasporto, da Lilli invece che da Botteghe Oscure. Quotidiano, 13/4