Lega, a Pontida con lo spettro della scissione

I vertici del Carroccio minimizzano ed escludono che il raduno possa

trasformarsi in una resa dei conti. Insulti e spintoni tra militanti. Il Senatùr: "Ogni anno gli eletti siano giudicati dalla base". Contestato Flavio Tosi. Maroni: "Faremo la guerra a Roma"

Nico Di Giuseppe - Dom, 07/04/2013 – 16,41

Divisioni? Macché. Gli esponenti del Carroccio minimizzano, ma al raduno di Pontida l'aria è tesa. E non solo perché alcuni militanti si sono scontrati, ma anche perché la frattura c'è e si nota.

Dagli striscioni e dai volantini. Un gruppetto di veneti, ritenuti "bossiani", ne stava distribuendo alcuni, di questi volantini, contro il segretario federale, Roberto Maroni. Nei fogli era scritto: "Maroni pinocchio". L’iniziativa ha provocato l’ira di altri militanti che si trovavano vicino a loro ed è volato qualche spintone sotto il palco, mentre i dirigenti leghisti stavano intervenendo.

Dai vertici della Lega Nord la tendenza però è quella di non parlare di divisioni. "Se dovessimo fare una sintesi di tutto quello che si è detto e si è scritto sulla Lega, molto probabilmente ci accorgeremmo che veramente si sono sprecati fiumi d'inchiostro", ha dichiarato il governatore del Veneto, Luca Zaia, escludendo qualsiasi eventualità di scissione da parte dei bossiani nella Lega dopo Pontida.

Viene smentita anche l'ipotesi che Umberto Bossi fondi un nuovo partito. "Tutte balle", ha ribattuto Matteo Salvini, secondo il quale "all'interno della Lega non c'è nessuna divisione. Noi siamo qui e questa è la risposta della gente. A Pontida non ci sono maroniani e bossiani. Se qualcuno vuole dividere si autoesclude da solo dal movimento".

È la Pontida di sempre? "No...". Questa è stata però l’unica risposta che i giornalisti hanno ottenuto dal presidente della Lega Umberto Bossi. Che poi ha spiegato meglio il suo pensiero: "Chi ha detto che tutto va bene è un leccaculo. Ma tutto è ancora rimediabile. Non possono essere eterne le cariche e non possiamo far dipendere le scelte dal Consiglio Federale in cui a volte ci si mette d’accordo". Il Senatùr ha invitato a fare in modo che "chiunque è eletto" sia sottoposto al "giudizio della base ogni anno".

Un gruppo di militanti ed esponenti locali veneti ha contestato Flavio Tosi, durante il suo intervento al raduno di Pontida. Mentre il segretario della Lega veneta stava parlando, il gruppo di contestatori, tra cui la parlamentare Paola Goisis e il consigliere regionale ribelle, Santino Bozza, hanno cominciato a fischiare sotto il palco con uno striscione "Veneto congresso subito" e a gridare "fuori" coperti dalle urla degli altri militanti che gridavano "Lega". A gettare acqua sul fuoco è stato Bossi: "Io ho fatto la Lega non per romperla. Quando vi dicono che la Lega è rotta non pensate che sia vero, niente insulti, niente fischi, non fate felice la canaglia romana". Qualcosa da dire contro Maroni il Senatùr ce l'ha. "Non la penso come lui quando dice "ce ne stiamo al Nord e ce ne freghiamo di Roma. Dobbiamo combattere su tutti i fronti, anche a Roma: voglio vedere cosa facciamo se non ci danno più i soldi".

Il segretario federale, dal canto suo, ha dichiarato che "se serve, faremo la guerra a Roma e al governo: servirà ve lo assicuro". Maroni ha poi ribadito che il progetto della Lega è di costituire la macroregione e trattenere al Nord "almeno il 75% delle tasse. Siamo qui in tanti, abbiamo smentito i gufi che volevano la Lega finita e divisa: andate a quel paese, giornalisti di regime!. Siamo qui per testimoniare la nostra unità, il nostro grande progetto di macroregione per realizzare il nostro grande sogno, la Padania".

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