M. Monti, la nuova emergenza democratica
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Quello che è accaduto ieri in Parlamento con il ministro Terzi che ha
assunto una linea tutta sua di totale discredito dell’esecutivo di cui fino a un momento prima faceva parte e il fatto che nessuno fosse informato di questo clamoroso gesto e il fatto un altro ministro, quello della Difesa, Di Paola, si dissociasse in maniera esplicita e fragorosa, tutto ciò assieme impone al Quirinale di intervenire. E presto. E subito.
…. Il presidente del Consiglio appare un uomo a cui è tutto sfuggito di mano. Non sa più e non è informato di che cosa fanno i suoi ministri. Tra l’altro i suoi ministri più importanti, di prima fila.
….. In effetti ciò che ha combinato l’ex rettore della Bocconi è una sfilza di errori. Si potrebbe dire una galleria degli orrori. Si è candidato, sbagliando. Ha condotto una campagna elettorale delirante di cui si ricorderà solo il cagnolino Empy. Ha dilapidato il patrimonio di serietà e credibilità costruito in una vita di studi. Soprattutto è apparso sempre meno interessato all’interesse del Paese e all’affannosa ricerca di un nuovo posto al sole, come la presidenza del Senato, pronto a tramare e a raggiungere qualunque accordo, tipo Schifani presidente del Senato, pur di assicurarsi una nuova poltrona.
….. Ciò che conta è l’impressione che serpeggia nelle istituzioni. E cioè che Monti sia nelle mani di un manipolo di assetati di potere che lo porta a commettere una assurda sequela di cazzate. E ormai ognuno a mezza bocca ammette: levatelo di lì prima che combina un altro guaio. Il Portaborse, 27/3