Rendere Guantanamo eterna
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Obama rinnova e amplia la prigione ereditata da George W. Bush. Il Pentagono
chiede soldi per fare lavori alla prigione di Guantanamo Bay, dopo che il Congresso ha deciso di tenerla aperta a tempo indefinito. Mercoledì il generale John F. Kelly aveva detto in audizione che saranno necessari tra i 150 e i 170 milioni di dollari. Ora, due giorni dopo, la stima è già salita a 195 milioni perché non era stato messo nel conto un edificio che dovrà ospitare i detenuti più pericolosi, gli irriducibili di al Qaida, compreso Khalid Sheikh Mohammed, l’architetto dell’11 settembre. L’edificio sostituirà il Campo 7 – una sezione sotto la responsabilità della Cia che però nessuno vuole ufficialmente riconoscere. Sulla lista della spesa ci sono anche 99 milioni di dollari per due complessi di alloggi, 12 milioni di dollari per una nuova mensa, e la sostituzione del centro medico, di quello legale e di quello per le comunicazioni – che sono sparsi attorno alla base – con nuovi edifici dentro il campo principale, il che ridurrà i trasferimenti seppur brevi di guardie e prigionieri. La richiesta del Pentagono è grande perché arriva in mezzo alla tempesta dei tagli sul budget alla Difesa, ma come spiega il generale “costruire a Cuba costa il doppio che da altre parti”.
L’Amministrazione Obama prende la politica estera di Bush e ci costruisce sopra, rinnovandola e rendendola più ampia e funzionale: make no mistake, è sempre la stessa. Anzi, l’Amministrazione è così sicura di questa politica che sta costruendo una prigione con l’idea che sia permanente, destinata a non chiudere mai. Non staremo qui a ricordare come quando venne aperta Guantanamo fu considerata un vulnus insopportabile alla democrazia americana, l’orrenda conseguenza della cabala neocon al potere. Come spesso succede ai visionari politici quando vengono a contatto con la realtà, anche il presidente democratico ha dovuto accettare che un nuovo tipo di nemico – ormai non più tanto nuovo, ma nel 2001 lo era – richiede decisioni politiche di tipo nuovo. Chi ancora resta indietro sono i giornalisti, che difficilmente racconteranno questa costosa ristrutturazione di Guantanamo – per renderla eterna – firmata da Barack Obama. © - FOGLIO QUOTIDIAN