Gotor, il guru del disastro elettorale PD
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che ora spinge Pier Luigi nel baratro. Le giravolte dello spin doctor di Bersani che
diceva "mai con Grillo" Leonardo Paco - Sab, 02/03/2013,
Se vi state per caso chiedendo chi sia quella mente così sofisticata, brillante e folgorante che ha suggerito a Bersani di chiedere in ginocchio a Grillo i voti per dare il via al governo Gargamella (come Grillo chiamava Bersani fino a tre giorni fa, prima di ribattezzarlo, forte della sua nuova sensibilità istituzionale, «il morto che cammina» e «l’uomo dalla faccia come il culo») il nome da appuntare sul taccuino è quello del grande consigliere e spin doctor del leader del centrosinistra, insomma il grande puffo di Bersani: Miguel Gotor.
Miguel Gotor - da mesi nel Pd affettuosamente chiamato nel Pd «Aspettando Gotor», nel senso che tutti aspettano con ansia che il buon Miguel ne dica una giusta- è il più brillante tra i cervelloni che vive fianco a fianco con il segretario i giorni della «non vittoria » e all’interno del famoso «tortellino magico»che ha scortato per mesi il leader del centrosinistra durante la campagna elettorale non c’è dubbio che lo storico romano (classe 1971) abbia rappresentato, in qualche modo, quello che David Axelrod ha rappresentato per Barack Obama- o, se volete, quello che Birba ha storicamente rappresentato per il mitico Gargamella. Molto probabilmente, Gotor (autore, insieme con Claudio Sardo, di un’agiografia bersaniana pubblicata nel 2011 per Laterza) lo avrete tutti notato per la prima volta questa settimana quando lunedì sera l’eminenza grigia del segretario, presentandosi con invidiabile nonchalance di fronte alle telecamere di Porta a porta , invece che ammettere che c’è mancato poco a che il giaguaro smacchiasse Bersani, come se nulla fosse ha iniziato a dettare la linea; dicendo: ragazzi, non scherziamo, non è finita, non abbiamo perso, siamo ancora in pista, siamo ancora in palla e abbiamo ancora una carta formidabile, che dico, straordinaria per smacchiare il giaguaro: dimostrare che quello che vuole mandare tutto all’aria non siamo noi ma naturalmente è Beppe Grillo.
In queste ore di grande e spasmodica attesa per il futuro del possibile governo Garagamella, poi, nel Pd gli osservatori più maliziosi, quelli cioè iscritti alla mozione «Aspettando Gotor»,ricordano che anche su Grillo il consigliere di Bersani, come spesso gli ècapitato, hacambiatoprospettiva nel giro di un weekend. E dopo aver passato con coerenza mesi, mesi e mesi a girare l’Italia su mandato di Bersani per ricordare che «mai e poi mai scenderemo a compromessi con i populisti alla Berlusconi e alla Grillo » oggi, oplà, eccolo qui, il nostro Gotor, impegnato a dimostrare perché il compagno Grillo, e che non lo sapete?, è praticamente, una formidabile costola della sinistra. «Dietro gli otto milioni di voti che ha preso Grillo - ha detto ieri Gotor alla Stampa c’è ancheunaprotesta che viene da sinistra a un modo di essere della sinistra che interroga il Pd e deve essere ascoltata con umiltà». Le giravolte di Super Miguel Godor non sono però una novità del curriculum dell’ideologo del bersanismo. Gotor, che fino a qualche mese fa scriveva anche per Repubblica, da cui si autosospeso dopo essersi schierato con Bersani in campagna elettorale, arrivò a Largo Fochetti dopo aver scritto peste e corna proprio su Repubblica (giornale il cui Fondatore, secondo Gotor, «piegava la realtà alla necessità»)nel suo bel libro su Aldo Moro Il memoriale della Repubblica .
Ma la piroetta più sensazionale del neo senatore Pd (Gotor era capolista in Umbria) riguarda uno strepitoso articolo che Gotor nel 2009 pubblicò sul Sole 24Ore . Articolo in cui lo storico analizzava il linguaggio di Bersani notando che l’allora candidato alla segreteria Pd, con tutte le sue metafore sulle osterie, le cascine, le pompe di benzina e le bocciofile, «sembra rivolgersi a una platea di cattolici e socialisti dell’Ottocento al punto che il pubblico che lo ascolta si sente come estraniato, quasi fosse in un museo davanti a un quadro di Pellizza da Volpedo». All’epoca, bisogna dirlo, Gotor capì con anticipoquali sarebbero stati i limiti del bersanismo. L’avesse ricordato qualche volta anche in campagna elettorale, invece che limitarsi a fare bau bau a Grillo, magari Bersani non sarebbe qui a ragionare su come convincere Grillo a fare un governo con Gargamella. Chissà.