Elezioni, scenario 8°
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Ecco perché i montiani puntano forte sul lavoro nella trattativa con il Pd.
Il lavorìo sulla grande coalizione, i princìpi non negoziabili del prof. e i calcoli sui voti del Pdl e dei renzianiL’inerzia della campagna elettorale sta rendendo esplicito lo scenario più probabile per il dopo elezioni: un accordo tra Monti e Bersani. L’idea di accordo è stata messa nero su bianco a ottobre dai leader del centrosinistra e lo stesso Bersani non nasconde che questo sia uno degli obiettivi per il dopo 25 febbraio. Per quanto però la traiettoria della campagna di Monti sia convergente con quella di Bersani, esiste un tema che i montiani considerano “non negoziabile” e che costituisce uno dei principali elementi della “trattativa” tra centro e centrosinistra: la riforma del lavoro. Tutto dipende da quanto peserà Monti nella possibile coalizione con il Pd; ma nel caso in cui il ruolo del centro dovesse essere decisivo, i montiani hanno lasciato intendere ai progressisti che per guadagnarsi i loro voti dovranno convergere sulla proposta di modifica della legge Fornero firmata Pietro Ichino: un contratto unico a tempo indeterminato, più flessibile, da miscelare con una riduzione del cuneo fiscale. Anche di questo ieri hanno parlato a Milano (in un convegno) due dei massimi esperti delle coalizioni in materia (Dell’Aringa, capolista Pd, e Ichino, capolista di Monti).
Che i montiani intendano puntare su questa carta dipende da due ragionamenti. Da un lato, sanno che sul lavoro le loro posizioni non sono distanti da quelle del Pdl (e per questo credono sarà facile ottenere i loro voti in Parlamento); dall’altro, la ragione per cui sono convinti di poter avere sul tema il coltello dalla parte del manico è un’altra: “Nella prossima legislatura – confessa un candidato montiano – ci saranno 70 parlamentari renziani che alle primarie hanno sostenuto la proposta Ichino. I numeri dunque potrebbero essere a nostro favore e per questo sul lavoro il Pd potrà dire quello che vuole ma non potrà fare a meno di partire dalla nostra proposta. Vedrete, vedrete”. Il Foglio, 12/2