La politica a S. Pietro e ( puntata 2 e fine)
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Scrive Maria Assunta Botteon nel bollettino: “La situazione politica.. spiega..
perché sia meglio trasformarsi in gruppo civico.. i partiti ..(hanno) comportamenti … hanno abusato del bene pubblico. E’ diventato scomodo oggi .. rappresentare i partiti.. cambiare faccia ma gli uomini sono sempre gli stessi (?!).. Per questo.. abbiamo scelto di presentarci come lista civica... “. Concetti politici vari e opinabili. Le Civiche non sono una alternativa ai partiti ma la soluzione estemporanea data in un particolare momento politico e vi confluiscono uomini di tendenze politiche che nel Comune fondano le radici della loro storia. Tanto è vero che oggi la sua leader sceglie di riprendersi una bandiera “partitica” nuova ma composta da uomini “vecchi” e colpevoli degli “abusi del bene pubblico” ( a meno che non siano i partiti i colpevoli) e altri si schiereranno e voteranno altri partiti che invece di diminuire aumentano di numero. Il mondo è cambiato e Conegliano e Treviso sono già piccoli per dare risposte adeguate nel futuro a servizi efficienti ed economici per loro cittadini. Si creano insomma queste civiche attorno a un programma prettamente popolare e amministrativo. Facile è accodarsi dove e come fare una strada, salvo le rotonde. Va dato atto alla signora Botteon e alla sua Civica di essere riusciti in questi anni, a comporre senza strappi i vari interessi presenti nel Comune. Che non è poco. A testimonianza il tipo di politica dell’opposizione concentrata più sulle cose pratiche, sul controllo amministrativo degli atti. Una impennata di politica progettuale è uscita dalla civica “Progetto Feletto” vedi la Unione dei Comuni e il Piano territoriale ex Piano regolatore. Soluzioni che non hanno suscitato in chi doveva, adeguate proposte alternative, indicazioni di scelte più coraggiose ma solo timidi dissensi di facciata. Ma poteva, può “Progetto Feletto” fare politica contrapponendosi alla non politica della opposizione? Penso di si. Come per esempio far diventare cultura politica nella comunità l’UNIONE DEI COMUNI e non considerarla solo un fatto amministrativo ma darle contenuti politici e di sviluppo futuro del territorio “consorziato”. E su questo la Lega locale non c’è, almeno per ora. Teniamo presente che Il reddito disponibile reale pro capite è calato nel 2012 del 4,8% a 17.337 euro: il dato emerge da un’analisi di Rete Imprese Italia che prevede un ulteriore calo, a 16.955 euro, nel 2013. Questa previsione, ha spiegato Mariano Bella di Rete Imprese Italia, determina su questo fronte «un salto indietro al 1986»; che la percentuale media di liberalizzazioni (v. articolo “indice delle liberalizzazioni” pag. 9) dei vari settori. Rispetto ad altri paesi europei, è al 52% (altro che taxi e farmacie di bersaniana memoria!) il che significa che dobbiamo fare una scelta: o il momento si supera dando più possibilità all’individuo di inventarsi un futuro con meno lacci come negli altri paesi europei o di continuare a pensare che lo Stato deve sostituirsi e provvedere ai nostri bisogni e mantenere i livelli di vita acquisiti, finanziando il tutto con mezzi pubblici e così continuare come oggi, nella corruzione, nei privilegi e negli sperperi di risorse. Sperando che si sia capito che a ogni spesa deve corrispondere una entrata. E il dovere di pagare le imposte. In pericolo incombente è di morire di tasse. O sarà il gatto che si morde la coda. Per rientrare dal debito pubblico nei limiti concordati con l’Europa anche i Comuni dovranno fare una scelta sui bisogni da soddisfare, lagnarsi meno, perché limitate saranno le risorse a disposizione. Cosa avverrà a San Pietro? Come si differenzieranno nei programmi le forze in campo? L’UNIONE DEI COMUNI è il bacino da riempire.