Arriva il fotovoltaico che non ha bisogno di incentivi
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Per il fotovoltaico comincia una nuova stagione. Una joint-venture
Wwf-Unicredit promette «elettricità dal sole competitiva con quella dei combustibili fossili» Di LUIGI GRASSIA
L’energia fotovoltaica (cioè solare convertita in elettricità) non vive il suo momento più brillante. Il governo ha fatto i conti e si è accorto che gli incentivi erano troppi generosi, così ha brutalmente azzerato quelli ai nuovi impianti. Il risultato è che nel 2013 parlare di fotovoltaico significa soprattutto raccogliere i lamenti delle aziende di settore che vedono quasi sparire il loro mercato: senza sussidi pubblici la convenienza economica di questa tecnologia è crollata.
Ma ci sono anche notizie in vistosissima controtendenza. E in particolare ce n’è una così grossa che sembra entrare a pieno titolo nella categoria delle notizie «troppo grosse per essere vere». Un’azienda che si chiama Officinae Verdi (con la «ae» finale latina) si vanta, numeri alla mano, di poter costruire impianti fotovoltaici la cui energia è competitiva con quella dei combustibili fossili (cioè il petrolio, il gas e il carbone) senza bisogno di incentivi. Se è davvero così è una svolta epocale, l’evento atteso da decenni. E l’azienda ha delle credenziali formidabili perché è compartecipata dal Wwf (la grande associazione ambientalista) e dal gruppo bancario Unicredit oltre che da un partner industriale (Solon) che fornisce la tecnologia. Oltretutto la validità del sistema è stata confermata dal ministero dell’Ambiente.
Sogno o realtà? Cominciamo dai numeri. Officinae Verdi propone alle imprese impianti di produzione per l’autoconsumo al costo di 0,09 euro per chilowattora. È un costo competitivo con quello dell’elettricità acquistata nella rete e inferiore del 50% rispetto alla media attuale di generazione dell’energia fotovoltaica. Il tasso di efficienza energetica (un altro parametro fondamentale in questa attività) quasi raddoppia rispetto agli standard usuali con un +86%. Ai tecnici di Officinae Verdi piace sintetizzare il risultato usando il termine tecnico di «grid parity» per indicare «la pari convenienza economica tra l’energia prodotta da un loro impianto fotovoltaico e quella acquistata dalla rete e prodotta da combustibili fossili», un obiettivo che sembrava lontano e invece è già realtà. E questo, ripetiamo, senza incentivi pubblici.
Ma com’è possibile questo miracolo? Lo spiega l’amministratore delegato Giovanni Tordi: alla base non c’è una singola invenzione a fare da bacchetta magica, ma una serie di innovazioni e di procedure assemblate in maniera ottimale in vista dello scopo.
Si comincia con un’analisi accurata delle esigenze energetiche dell’azienda (perché almeno per qualche mese si l’offerta è rivolta solo alle aziende, non alle famiglie) e su questa base si stende il progetto su misura. La convenienza è massima per le imprese molto energivore, come le cartiere, i cementifici, i produttori di ceramica. Poi il modo in cui si costruire l’impianto riduce del 20% i tempi di installazione. Il costo dei pannelli solari, che negli impianti fotovoltaici tradizionali ammonta a più della metà dell’onere complessivo, nella versione di Officinae Verdi scende al 40%.
Messi assieme tutti questi risparmi, «per un impianto della potenza installata di 100 kW - dice Giovanni Tordi - il costo è di 135 mila euro, molto competitivo rispetto ai concorrenti». I cavi, i quadri, gli inverter, pannelli, schemi elettrici perseguono l’obbiettivo della massima produzione, raggiungendo il +86% di efficienza di cui si diceva. Così «l’impianto si ammortizza in 6 anni, ed è previsto per durare per venti-venticinque anni.
Qui si arriva a uno dei nodi della parità con gli incentivi: «Un impianto fotovoltaico tradizionale di pari caratteristiche - calcola Tordi - si ammortizza in sei anni o sei anni e mezzo, il nostro si ammortizza nello stesso tempo senza incentivi». Si tenga anche presente che «con questo sistema l’azienda