Financial Times: «Monti? Non è l'uomo giusto»
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Il giornale inglese: «Inadatto a tener testa alla Merkel». Altro che investitura a
guidare l'Italia, come si poteva pensare dopo gli elogi ricevuti a inizio mandato.
Il Financial Times ha bocciato Mario Monti.
La dura sentenza del quotidiano inglese è arrivato dalla penna di Wolfgang Munchau che ha firmato un commento al vetriolo dal titolo «Monti is not the right man to lead Italy», cioè «Monti non è l'uomo adatto a guidare l'Italia». INCAPACE CONTRO LA MERKEL. Una frase che ha ricordato a molti la stroncatura dell'Economist su Silvio Berlusconi nel 2001.
Nell'articolo il premier italiano è stato giudicato «incapace di tener testa alla Merkel che non vuole una banca centrale forte» e il suo operato caratterizzato da «promesse di riforme poi sfociate in un rialzo delle tasse».
A Monti il Ft non ha perdonato nemmeno la sua 'salita' in politica. Alludendo al ruolo di tecnico super partes che il premier si era ritagliato, un civil servant che una volta ultimato il suo lavoro sarebbe tornato a vita privata.
QUARTA VIA ALL'ITALIANA. La situazione dell'Italia descritta dal quotidiano economico inglese non è delle più rassicuranti. Anzi. Secondo il Ft, «ancora una volta, un governo europeo ha sottovalutato l'impatto prevedibile di austerità. Dopo aver mostrato quasi nessuna crescita per un decennio, l'economia italiana si attarda in una recessione lunga e profonda».
«Come gli altri paesi sulla sponda meridionale della zona euro, l'Italia deve affrontare tre opzioni. Il primo è quello di rimanere nell'euro e prenderne da solo il peso sia l'adeguamento economico, in termini di costi unitari del lavoro e inflazione, sia di bilancio. Il secondo è quello di rimanere nella zona euro, subordinata alla regolazione condivisa tra creditori e Paesi debitori. Il terzo è quello di lasciare l'euro. I successivi governi italiani hanno provato una quarta opzione, stare nell'euro, concentrarsi a breve termine solo sul risanamento dei conti pubblici e attendere».
HA SOLO AUMENTATO LE TASSE. E qui è arrivata la prima critica Monti. In vista delle prossime elezioni «Monti ha promesso riforme e ha finito per aumentare le tasse. Il suo governo ha cercato di introdurre modeste riforme strutturali».
Dall'altra parte, prosegue il Financial Times sulla situazione italiana, Pierluigi Bersani pur avendo sostenuto le politiche di austerità, adesso tenta di prenderne le distanze. Il leader del Pd si è inoltre mostrato esitante rispetto alle riforme strutturali anche se potrebbe avere, rispetto a Monti, una chance maggiore, seppur marginale, nel confronto con Angela Merkel grazie alla sua migliore possibilità di collaborazione con Francois Hollande, il presidente francese socialista.
Monti invece, ha proseguito il quotidiano, da premier non ha detto alla cancelliera tedesca «che l'impegno per la moneta unica sarebbe dovuto dipendere dall'unione bancaria, dagli eurobond e da politiche economiche più espansive da parte di Berlino».
ITALIANI SALVATI DA DRAGHI. Infine la stoccata più perfida. Secondo il giornale inglese il professore della Bocconi ha sempre detto di aver salvato l'Italia dalla catastrofe finanziaria e dal suo predecessore Silvio Berlusconi, ma «la maggior parte degli italiani sa che questo compito è stato svolto da Mario Draghi, presidente della Banca Centrale Europea».
Munchau ha concluso il suo commento augurandosi che la «storia accordi a Monti un ruolo simile a quello giocato da Henrich Bruning, il cancelliere tedesco tra il 1930-1932. «Anche lui è stato parte di un consenso prevalente sul fatto che non ci fosse alternativa all'austerity. L'Italia ha ancora poche scelte. Ma le deve fare», è stata l'amara conclusione.
Lunedì, 21 Gennaio 2013, lettera 43