Cosa hanno deciso Ue e Turchia sui migranti. Punto per punto
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Bruxelles trova un modo per far tornare immigrati e rifugiati dalla Grecia ad Ankara rispettando il diritto internazionale con il sistema 'uno per uno'. Erdogan in cambio ottiene assistenza finanziaria e due promesse generiche sulla liberalizzazione del regime dei visti e l'accesso del paese all'Ue
Il premier turco Ahmet Davutoglu on il presidente della commissione Ue Jean-Claude Juncker, il presidente dell'Ue Donald Tusk e il premier olandese Mark Rutte
di Redazione | 18 Marzo 2016 ore 16:24 Foglio
I capi di Stato e di governo dell'Ue hanno trovato l'accordo a 28, che ancora devono approvare in via ufficiale con il governo di Ankara. L'obiettivo è di riportare verso la Turchia, a partire da domenica, i rifugiati e i migranti regolari che arrivano in Grecia. I Ventotto hanno in tal modo accettato una proposta patteggiata dagli 'sherpa' del'Ue e della Turchia in cui, per rispettare il diritto internazionale, si fa riferimento esplicito al fatto che le richieste di asilo verranno valutate in maniera individuale e che non ci saranno deportazioni collettive.Ecco, per punti, cosa prevede l'accordo.
IL RINVIO DI TUTTI I MIGRANTI
"Tutti i nuovi migranti irregolari in viaggio dalla Turchia verso le isole greche saranno riportati in Turchia": è una misura "temporanea e straordinaria" con lo scopo di mettere fine ai pericolosi viaggi nell'Egeo e rompere il modello di business creato dai contrabbandieri. Per fare in modo che il ritorno dei richiedenti asilo non violi il diritto internazionale, l'accordo garantisce che qualsiasi domanda d'asilo sarà esaminata singolarmente sulle isole greche, il che richiederà un allestimento logistico importante. Torneranno coloro che non presenteranno la domanda o quelli la cui domanda sarà ritenuta irricevibile. Gli europei, per legittimare sul piano giuridico l'irricevibilità delle richieste d'asilo che saranno presentate in Grecia, si baseranno sul principio del "paese terzo sicuro". Quando la Grecia avrà riconosciuto questo status alla Turchia, l'Ue ritiene che i rinvii saranno legali, nella misura in cui i candidati potranno beneficiare della protezione internazionale che meritano. "La Turchia e la Grecia, assistiti dall'Unhcr e dall'Ue, prenderanno le misure necessarie" per permettere questa procedura, tra le quali la presenza di funzionari turchi sulle isole greche. "I costi delle operazioni di ritorno saranno prese in carico dall'Ue".
'UNO PER UNO'
"Per ogni siriano tornato in Turchia dalle isole greche, un altro siriano sarà reinsediato dalla Turchia verso l'Ue", afferma il progetto di accordo, e sarà "data priorità" ai migranti che non abbiano tentato di entrare in modo irregolare nell'Ue. Per rassicurare gli stati membri più riluttanti, il progetto prevede un plafond di 72 mila posti offerti, nel contesto degli impegni già assunti dai paesi europei, ma non ancora realizzati. "Se il numero dei ritorni supererà queste cifre", il meccanismo "dovrà essere rivisto", si legge senza ulteriori dettagli. L'Ue si impegna inoltre a lungo termine a un piano europeo di reinsediamento, sulla base degli impegni volontari da parte degli Stati membri
LA LIBERALIZZAZIONE DEI VISTI
Una delle contropartite per Ankara sarebbe "l'accelerazione" della "tabella di marcia" per consentire l'esenzione dei visti per i cittadini turchi in Europa, "al più tardi entro la fine di giugno 2016". Ma Ankara deve soddisfare i 72 criteri specifici previsti (il che rende piuttosto improbabile tale prospettiva).
ASSISTENZA FINANZIARIA
L'Ue si è impegnata ad accelerare il versamento di 3 miliardi di euro già promesso alla Turchia per migliorare le condizioni di vita dei 2,7 milioni di rifugiati che ospita. "Quando queste risorse saranno sul punto di essere completamente esaurite", l'Ue darà "un aiuto finanziario aggiuntivo nel limite di 3 miliardi di euro supplementari fino alla fine del 2018".
L'ADESIONE ALL'UE
Questa era una delle 'linee rosse' poste da Cipro: la promessa di aprire rapidamente nuovi capitoli di negoziato nel processo di adesione della Turchia. Per aggirare la minaccia di veto di Nicosia, il progetto di accordo è sufficientemente vago da non suscitare malumori: "L'Ue preparerà la decisione di aprire nuovi capitoli do negoziati di adesione il più presto possibile".
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