Fratelli musulmani, fratelli coltelli
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Il governo inglese fa finalmente luce su un’organizzazione ambigua
di Redazione | 19 Dicembre 2015 ore 06:18 Foglio
Senza un legame provato con atti di terrorismo il governo di David Cameron non ha il potere di mettere fuori legge le attività che i Fratelli musulmani svolgono, a vario titolo, sul suolo inglese, ma la sintesi dell’inchiesta ordinata oltre un anno fa dal Primo ministro e pubblicata giovedì dice che “l’affiliazione, l’associazione o l’influenza dei Fratelli musulmani devono essere considerate un indicatore di estremismo”. Per Cameron, “parti della Fratellanza hanno una relazione altamente ambigua con il terrorismo” e il report, condotto da un ex ambasciatore in Arabia Saudita e dal direttore generale dell’ufficio antiterrorismo, “rivela molte cose che non sapevamo”. Ad esempio il modo pervasivo con cui un’organizzazione giudicata “contraria ai nostri interessi nazionali e alla nostra sicurezza” ha informato alcune delle più importanti associazioni islamiche che operano in Inghilterra.
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“Per anni i Fratelli musulmani hanno controllato la Islamic Society of Britain, hanno dominato la Muslim Association of Britain e hanno giocato un ruolo importante nel fondare e guidare il Muslim Council of Britain”, si legge nel report, che sottolinea il modo “segreto, se non addirittura clandestino” in cui la Fratellanza influenza le comunità musulmane inglesi attraverso una galassia di associazioni culturali e filantropiche. In passato alcuni gruppi connessi alla Fratellanza “hanno tentato di stabilire uno stato islamico in Gran Bretagna” e il materiale che propaganda “riflette l’ideologia secondo cui la società occidentale è intrinsecamente ostile ai musulmani, che devono mantenere la loro autonomia”.
Con le leggi vigenti e in assenza di una pistola fumante, non c’è molto che il governo conservatore di Cameron possa fare al momento per smantellare questa rete clandestina, ma il Primo ministro ha promesso che la nuova strategia antiterrorismo di Londra non permetterà che le organizzazioni surrettiziamente legate alla Fratellanza continuino a ricevere sostegno e finanziamenti. L’inchiesta commissionata da Cameron ha avuto una gestazione complicata, frutto delle pressioni degli ambienti della Fratellanza e delle relazioni commerciali con Egitto, Qatar e altri paesi arabi, e se il potere legale del documento è limitato, il suo valore simbolico e politico non va sottovalutato. Si tratta di uno dei rarissimi casi “in cui l’ufficialità britannica non ha sterilizzato l’estremismo islamista”, come ha scritto sul Times la columnist Melanie Phillips. Non sterilizzare, non occultare il germe islamista facendosi scudo con il linguaggio inconcludente della burocrazia è un primo passo nella giusta direzione.
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