I BOMBARDIERI STRATEGICI RUSSI IN AZIONE IN SIRIA
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Il Ministero della Difesa russo ha sostenuto di aver lanciato il 17 novembre ben 34 missili da crociera verso 14 obiettivi degli stati islamici in Siria. I bombardamenti russi contro i depositi di petrolio in mano all’S causano agli jihadisti danni stimati per un milione e mezzo di dollari al giorno.
di Maurizio Sparacino5 dicembre 2015, pubblicato in Enduring freedom AD
Dopo l’utilizzo operativo in Siria dei caccia-bombardieri Sukhoi Su-24, Su-25 e Su-34, la Russia ha condotto il 17 novembre una serie di attacchi di massa con missili da crociera utilizzando a differenza dei precedenti attacchi condotti via mare, la componente strategica a lungo raggio della sua triade di bombardieri Tupolev: il Tu-22M3 “Backfire-C” e, nei loro primi debutti operativi della loro storia (nonostante la longeva differenza d’età progettuale), il Tu-95MS “Bear-H” e il Tu-160M “Blackjack”.
Un’azione che segue la rivendicazione da parte dei terroristi dell’ISIS della strage del volo Metrojet in cui il 31 ottobre hanno perso la vita 224 persone, ma anche dei recenti attacchi su Parigi del 13 novembre che hanno causato la morte di 129 persone.
Una prima ondata di bombardieri Tu-22M3 ha colpito numerosi obiettivi a Raqqa e Deir ez-Zor; successivamente è toccato ai Tu-95MS e ai Tu-160 che in una seconda ondata hanno colpito altri obiettivi su Aleppo e Idlib.
Il Ministero della Difesa russo ha sostenuto di aver lanciato il 17 novembre ben 34 missili da crociera verso 14 obiettivi degli stati islamici in Siria che, in combinazione con il resto del contingente aereo militare, aveva condotto un totale di ben 127 sortite a fronte di una neutralizzazione di 206 obiettivi; è ovvio che i numeri saliranno vertiginosamente nelle prossime settimane.
Dai video rilasciati dal Ministero della Difesa russo si apprezzano le differenze di armamenti rilasciati per tipologia di bombardiere: nel dettaglio si notano chiaramente dei missili Kh-555 (AS-15 “Kent-C”), versione rinnovata del missile Kh-55 lanciati dai Tu-95MS.
Il Tu-160 ha lanciato invece i nuovissimi missili Raduga Kh-101: si tratta del missile da crociera che sostituirà i più vecchi Kh-55 e Kh-555; un nuovo missile a lungo raggio definito dagli analisti occidentali come “missile furtivo”; secondo gli stessi la sua gamma potrebbe superare ampiamente i 5600 km (i media russi citano invece una gamma superiore ai 9000 km!) mentre la sua velocità raggiungerebbe i 970 Km/h.
È dotato di un sistema di guida inerziale-satellitare (GLONASS); anche in questo caso alcuni rapporti citerebbero persino un sistema di guida terminale IIR.
La testata del missile (convenzionale) è di 900 Kg; mentre la sua versione nucleare, indicata come Kh-102, è dotata di una testata da 250 KT.
Secondo un articolo di Izvestia, l’arma sarebbe dovuta entrare in servizio nel 2013, di conseguenza è molto probabile che l’uso di un’arma così innovativa per obiettivi indifesi come quelli dello Stato islamico possa fungere sia da test operativo che da esibizione di potenza verso l’occidente.
I Tu-22M3, che a differenza dei due precedenti hanno già partecipato a missioni operative in passato (vedasi Afghanistan, Cecenia e Ossezia), hanno operato l’utilizzo di bombe non guidate OFAB-250/270 con esplosivo a frammentazione.
Il Ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha riferito che in quattro giorni (17-20 novembre) sono state condotte complessivamente 522 incursioni con l’utilizzo di 101 missili e di 1.400 tonnellate di bombe riuscendo a colpire ben 826 bersagli “ostili”
Inoltre, secondo Shoigu, i bombardamenti russi contro i depositi di petrolio in mano all’S causano agli jihadisti danni stimati per un milione e mezzo di dollari al giorno.