Ecco perché Hollande ha deciso di bombardare lo Stato islamico in Siria
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Sempre più cittadini francesi viaggiano verso il medio oriente per ricevere addestramento e armi, per poi tornare in patria e compiere attacchi terroristici. L'Eliseo pensa ai raid aerei per frenare il reclutamento
di Redazione | 16 Settembre 2015 ore 13:59 Foglio
La Francia inizierà i bombardamenti contro lo Stato islamico in Siria, dopo oltre un anno di partecipazione agli strike della coalizione in Iraq, “nelle prossime settimane”, ha detto il ministro della difesa francese Jean-Yves Le Drian in un’intervista alla radio francese France Inter. Dall’8 settembre Parigi ha iniziato dei voli di ricognizione con scopi d’intelligence sui cieli siriani. Gli attacchi inizieranno “quando tutti gli obiettivi saranno ben chiari”, ha detto il ministro.
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L’opinione pubblica francese, come ha mostrato un sondaggio di questi giorni del Journal du Dimanche, non sono contrari a un intervento contro il terrorismo islamico in Siria, e giudicano con favore (con una maggioranza del 56 per cento) perfino l’impiego di soldati di terra contro i miliziani del Califfato. Ma oggi il Wall Street Journal scrive che c’è un’altra ragione che ha spinto il governo francese all’attacco dello Stato islamico in Siria, ed è la minaccia crescente di attacchi terroristici in suolo europeo, e specialmente francese.
L’intelligence francese, scrive il giornale americano, è sempre più consapevole dell’emergere di un nuovo profilo di foreign fighters: sempre più cittadini francesi viaggiano in Siria non per combattere al fianco dello Stato islamico, ma per ricevere addestramento e armi per tornare in patria e compiere attacchi terroristici. Ayoub El-Khazzani, il marocchino che lo scorso agosto ha tentato di fare una strage sul treno Bruxelles-Parigi, e che solo per un caso è stato fermato da tre marines americani che viaggiavano nello stesso scompartimento, corrisponde a questo profilo.
“Sappiamo che la minaccia jihadista diretta contro la Francia arriva dalle regioni sotto il controllo del Daesh”, ha detto il premier francese Manuel Valls usando un acronimo dello Stato islamico. Per questo, ha detto, “i bombardamenti saranno necessari”. Valls ha detto che 1.800 cittadini francesi sono coinvolti con i network dell’estremismo islamico. Di questi 441 sono in Siria, 133 sono stati uccisi in battaglia. “Si teme che il numero di persone coinvolte (nel terrorismo) stia aumentando molto velocemente, fino al punto che non saremo più in grado di tenere sotto controllo tutte queste persone”, ha detto un funzionario d’intelligence francese al Wsj. “Per questo l’idea è che bisogna pensare a nuovi modi di agire”. Questi modi comprendono per ora gli attacchi aerei, strategia che anche il premier inglese David Cameron cerca di perseguire. Contro il terrorismo Cameron ha fatto un passo ulteriore, autorizzando l’uccisione con i droni di due cittadini inglesi affiliati allo Stato islamico in Siria, che secondo informazioni dell’intelligence programmavano attacchi sul suolo britannico. La Francia non ha ancora adottato misure simili, ma “è un dibattito che dovremo affrontare”, ha detto il funzionario al Wall Street Journal.
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