Europa, eppur (qualcuno) si muove
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Il continente avanza a tentoni sulle politiche migratorie, ma Germania, Francia e Regno Unito sembrano avere una direzione comune, distinguendo più chiaramente tra rifugiati e immigrati economici. Le buone intenzioni di Renzi e le interviste un po' retoriche di Alfano. Ma dove punta Roma?
di Redazione | 31 Agosto 2015 ore 14:16
Germania, Francia e Gran Bretagna hanno convocato un vertice europeo sull'immigrazione per il 14 settembre, e tutti e tre sembrano marciare verso una direzione che dovrebbe essere ben chiara anche in Italia, dove invece ci si illude di aprire brecce e abbattere muri in favore di una accoglienza generalizzata, siano essi profughi con diritto di asilo o migranti economici, cioè clandestini. E la direzione è quella di una stretta sulla clandestinità economica, proprio per un più civile asilo ai profughi politici.
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Neppure la Germania, che dopo aver accusato Italia e Grecia di non identificare i migranti e separare i profughi dai clandestini, ha provvisoriamente aperto ai rifugiati siriani, in deroga al trattato di Dublino che impone di trattenerli nel paese di primo ingresso nell'Unione europea, è in contraddizione con questa linea sulla marcia pressoché l'intera Europa. Angela Merkel offre infatti aiuto ai siriani (venivano dalla Siria e dall'Afghanistan i 71 sventurati morti nel tir in Austria), non a tutti gli immigrati che approdano in Italia sui barconi, tra cui molti i fuggiaschi per motivi economici. Quelli erano e restano clandestini, e dopo il 14 settembre lo saranno ancora di più.
Un caso a parte è la Gran Bretagna. Le ragioni del ministro degli Interni Theresa May rispecchiano una politica praticata da decenni in democrazie come gli Stati Uniti, il Canada, l'Australia, il Giappone, dove resta solo chi ha un lavoro ed è in regola con le tasse. Aggiungiamo che a Londra arrivano oltre 300 mila stranieri l'anno, dei quali 58 mila giovani italiani, i quali usufruiscono di un welfare generoso ed efficiente.
E' con questi dati di fatto che l'Italia dovrà fare i conti, ed è inutile accusare gli inglesi di "alimentare la paura" o ammonirli che "Schengen non si tocca" (tra l'altro Londra è fuori dal trattato). Il ministro degli Interni Alfano, invece di impartire lezioni a un collega ministro che gestisce un flusso in ingresso molto maggiore di quello italiano, e da anni, farebbe bene a rendersi conto che le trovate retoriche – del tipo "il muro di Dublino si sta sgretolando" – durano solo fino a quando leader politici responsabili scendono in campo (la Merkel in poche ore si è sbarazzata dei vincoli del regolamento in questione, senza interviste). Matteo Renzi ha proposto un diritto di asilo europeo, chiedendo che ogni paese si prenda la propria quota di rifugiati. Ancora però non + chiaro in che modo l'Italia si regolerà con tutti gli altri, cioè con i clandestini economici. Il nostro governo deve scegliere tra l'Europa e l'Occidente in generale, e il buonismo della Chiesa, della Boldrini e delle fiction televisive. E il tempo stringe.
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