I francesi resteranno in forze a Gibuti
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Entro il 2018 i militari francesi diminuiranno progressivamente a 1.300 ma non verranno. costa a Parigi 30 milioni di euro annui
di Redazione 17 agosto 2015, pubblicato in Analisi Mondo
Il ministro della Difesa francese, Jean-Yves Le Drian, in visita in Africa a fine luglio, ha annunciato a Gibuti che il ridimensionamento della presenza militare nel piccolo Stato,situato sullo stretto del Bab el-Mandeb che unisce il Mar Rosso all’Oceano Indiano, non intaccherà la determinazione di Parigi a mantenere una credibile presenza militare nel Paese.
Attualmente a Gibuti sono presenti 1.900 militari appartenenti a un contingente navale (flotta dell’Oceano Indiano), a un distaccamento dell’Aeronautica e a un reggimento interarma dell’esercito dopo che la 13a Demi Brigade Legère della Legione Straniera, storica unità militare francese del corno d’Africa, lasciò Gibuti nel 2011.
Entro il 2018 i militari francesi diminuiranno progressivamente a 1.300 ma non verranno dimezzati entro il 2017 come era stato pianificato in base alla riduzione delle forze in Africa prevista dal Libro Bianco 2013.
Resteranno nell’importante base che domina il Golfo di Aden il 5° Reggimento interarma d’oltremare e il distaccamento di difesa aereo equipaggiato con cacciabombardieri Mirage 2000 che garantisce anche la difesa dello spazio aereo gibutino poiché il Paese africano non dispone di jet da combattimento.
La base militare istituita nel 1977 (anno in cui Gibuti ottenne l’indipendenza), che costa a Parigi 30 milioni di euro annui d’affitto, presto potrebbe ospitare i droni Reaper acquistati dall’Armèe de l’Air negli Stati Uniti e ospita spesso reparti che giungono a Gibuti per effettuare addestramenti specifici al teatro operativo africano.
A Gibuti è presente dal 2002 anche una base statunitense a Camp Lemonnier che ospita Marines, forze speciali, velivoli e droni ed è in grado di alloggiare fino a 5 mila militari.
Nel Paese africano è presente anche la Base militare italiana di supporto (BMIS), base logistica impiegata dalle forze in transito verso la Somalia (dove l’Italia schiera 110 militari e ha il comando della missione Ue di appoggio alle forze di Mogadiscio EUTM Somalia) e in generale dai contingenti interforze che operano nell’area del Corno d’Africa e nell’Oceano Indiano.
La BMIS conta una guarnigione di circa 80 militari oltre ai genieri del 6° reggimento pionieri impegnati nell’ultimazione dei lavori.
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