DANIEL GROS: ''SYRIZA È UN ESEMPIO DI 'SINISTRA DECLAMATORIA'

GRANDI DISCORSI MA NIENTE DI CONCRETO. COSA HA FATTO VAROUFAKIS PER LIMITARE IL POTERE DI OLIGARCHI E ARMATORI? NIENTE'' - ''L'INFLUENZA USA SUL SALVATAGGIO DELLA GRECIA? QUASI NULLA''

L'economista sottolinea il ruolo di Francia e Italia nel nuovo prestito ad Atene: ''Merkel l'ha avuta vinta su Schaeuble perché sarebbe stato un azzardo buttare fuori la Grecia contro il parere della Commissione e dei grandi paesi. Ma la Germania non è l'unica che vuole sbarazzarsi dei greci''...

Tonia Mastrobuoni per “la Stampa”, 17.7.2015

Quanto hanno influito le pressioni di Obama sul salvataggio europeo? «Quasi zero». Daniel Gros, influente economista del think tank brussellese Ceps, spiega che Merkel ha evitato la Grexit perché avrebbe avuto contro «grandi Paesi» come la Francia e l’Italia. E alla sinistra «declamatoria» e innamorata di Syriza manda a dire: dov’erano quando per sei mesi il governo Tsipras non ha fatto nulla contro oligarchi e armatori? Il problema, per l’economista franco-tedesco, è che la solidarietà «va bene», ma «quando finiscono i soldi, che si fa?».

Daniel Gros, molti, a sinistra, criticano Syriza perché dicono che ha tradito la sua missione delle origini e la sua promessa elettorale di costruire un’Europa più solidale, più generosa, meno austera. Lei che ne pensa?

varoufakis al mare con la compagna mentre si vota il primo progetto di accordo

VAROUFAKIS  era AL MARE CON LA COMPAGNA MENTRE SI VOTA IL PRIMO PROGETTO DI ACCORDO

«La verità è che la politica si deve misurare con la realtà. All’inizio Syriza era quello che io chiamo la “sinistra declamatoria”, grandi discorsi ma niente di concreto. Quando è arrivata al governo, ci siamo chiesti per mesi e mesi quando il ministro delle Finanze Varoufakis avrebbe cominciato a toccare i privilegi degli oligarchi, degli armatori. Cosa ha fatto? Niente».

I greci chiedevano anche una maggiore solidarietà, un piano per la crescita. Effettivamente, difficile per un’economia così depressa fare ulteriori aggiustamenti fiscali come chiede anche l’ultimo piano. O no?

«Primo, la Germania non è l’unico Paese ad aver insistito per riforme e correzioni dei conti in cambio di soldi e Schaeuble non è l’unico ministro delle Finanze che non vuole più dare un centesimo alla Grecia. La solidarietà senza contropartita non c’è mai stata in Europa. Per carità, si può essere di sinistra, ma quando finiscono i soldi, che si fa?».

Perché Schaeuble è così duro? Somiglia a quello delle origini della moneta unica, del “nocciolo duro” dell’euro, ma è assurdo pensare di tornare ad un’Europa del genere.

«E’ diverso: Schaeuble era di quell’idea, poi si è convinto che l’euro si potesse fare con tutti, ultimamente è tornato invece a quella concezione».

La Germania - e Schaeuble - parlano sempre di una maggiore integrazione, poi non mettono mai niente di concreto sul tavolo. E, anzi, vogliono buttare fuori dall’euro. Allora la maggiore integrazione sono chiacchiere?

«E’ proprio il contrario! Nella testa di Schaeuble, finché c’è la Grecia non si può fare una maggiore integrazione. Il suo ragionamento è che l’integrazione maggiore è frenata dalla presenza di un partner inaffidabile come la Grecia».

E’ per questo che stavolta si è detto che non si concede un centesimo ad Atene finché non avrà fatto passare le riforme al Parlamento?

«Sì. Ed è anche l’unico modo per farsi approvare il pacchetto al Bundestag, per Merkel e Schaeuble».

Perché la Germania ha introdotto nella trattativa il fondo per le privatizzazioni, non crede che sia irrealistico pensare che la Grecia abbia 50 miliardi di euro da privatizzare?

«Certo che è irrealistico e la Germania lo sa. Schaeuble sperava che Tsipras si alzasse dal tavolo, che rompesse. Invece è rimasto seduto, anche quando Merkel ha insistito sul fondo. Alla fine, lei è riuscita a salvare ancora una volta la Grecia e Schaeuble ne è uscito sconfitto».

Quindi non è un gioco delle parti tra Merkel e Schaeuble?

«Non credo. Merkel ha fatto il compromesso, lui vuole la Grecia fuori. Mi pare evidente che non è un gioco delle parti».

Che ruolo ha avuto Obama, le pressioni degli Stati Uniti sono state efficaci?

«Quasi zero. Lo so per certo, ho informazioni di prima mano».

Perché Merkel ha salvato la Grecia allora?

«Perché sarebbe stato un azzardo buttarla fuori contro il parere della Commissione europea e di grandi Paesi come la Francia e l’Italia».

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