Ttip, niente voto in Plenaria. Schulz rimanda tutto in commissione
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L'Isds stava spaccando il gruppo S&D al suo interno e avrebbe messo a rischio il voto del Ppe in Plenaria. Così il presidente Schulz, per togliere le castagne dal fuoco ai deputati e dargli più tempo, ha deciso di fare tornare la proposta di pararere in commissione. L'analisi
Martedì, 9 giugno 2015 - 17:45:00
Di Tommaso Cinquemani @Tommaso5mani Affari Italiani
Mercoledì il Parlamento europeo avrebbe dovuto votare in seduta plenaria un parere sul Titp destinato ad orientare i negoziati tra la Commissione europea e il governo di Washington. Ma alla vigilia della votazione il presidente dell'europarlamento, Martin Schulz, ha deciso di rimandare il testo nella commissione di origine, quella del Commercio internazionale.
Qual è il motivo di questo rinvio? Ufficialmente gli emendamenti erano troppi. Ma le motivazioni sono ben altre e tutte politiche. All'interno del gruppo dei Socialisti e democratici non c'è una posizione comune sul testo. Anzi, le spaccature e i distinguo abbondano. Il pomo della discordia (a dire il vero uno dei molti) è l'Isds, il tribunale privato speciale che dovrebbe dirimere le contese tra le aziende multinazionali e gli Stati membri.
Molti socialisti, tra cui quelli francesi in toto, sono radicalmente contrari all'istituzione dell'Isds, mentre altri sono più possibilisti. Anche la delegazione italiana non ha una posizione comune e il compito di trovare un accordo era stato affidato ad una riunione del gruppo questa sera.
Il voto in Plenaria avrebbe rischiato di spaccare la famiglia socialista, se non l'intero Parlamento. Se fosse passata la clausola del relatore, il tedesco Bernard Lange, che vieta l'istituzione dell'Isds, il Partito popolare avrebbe potuto rigettare il testo, con gravi conseguenze per i negoziati.
Con il rinvio in commissione INTA invece, Schulz ha dato tempo ai partiti di trovare un nuovo equilibrio e ha evitato che la resa dei conti avesse come palco la seduta plenaria del Parlamento europeo. Il nuovo testo dovrebbe così andare in Aula il mese prossimo, a luglio.
C'è da prevedere che il gruppo S&D si compatterà su posizioni contrarie all'istituzione dell'Isds, almeno visto l'umore dell'opinione pubblica che, a torto o a ragione, guarda con sospetto il Ttip e non ne vuole sapere di costituire tribunali internazionali speciali. La gatta da pelare allora passerà al Ppe che invece è sempre stato favore (con alcuni distinguo) a questa eventualità.
Se Weber, il capogruppo dei popolari, guiderà il partito verso posizioni più scettiche nei confronti dell'Isds rischierà di apparire arrendevole, se non voltagabbana. Se invece il Ppe rimarrà sulle sue posizioni non solo andrà verso uno scontro in Aula con i socialisti, ma si tirerà contro l'astio di una opinione pubblica sempre più polarizzata.
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