Non grata. Gli Stati Uniti hanno sanzionato Francesca Albanese

la relatrice Onu avrebbe incoraggiato la Corte penale internazionale a procedere contro funzionari e imprese americane e israeliane

10.7.2025 LK di Linkiesta.it lettura 2’

Secondo il segretario di Stato americano Marco Rubio, la relatrice Onu avrebbe incoraggiato la Corte penale internazionale a procedere contro funzionari e imprese americane e israeliane

Gli Stati Uniti hanno annunciato sanzioni contro Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani nei territori palestinesi occupati, accusandola di aver collaborato con la Corte penale internazionale in procedimenti contro cittadini statunitensi e israeliani. Lo ha comunicato il Dipartimento di Stato, spiegando che le misure rientrano in un ordine esecutivo firmato dal presidente Donald Trump a febbraio per contrastare le azioni della Corte nei confronti di funzionari americani o di Paesi alleati.

Le sanzioni prevedono il blocco di eventuali beni negli Stati Uniti e il divieto d’ingresso nel Paese. Secondo il Segretario di Stato Marco Rubio, Albanese ha «incoraggiato la Corte penale internazionale a procedere contro funzionari e imprese americane e israeliane. Non tollereremo queste campagne di guerra politica ed economica, che minacciano i nostri interessi nazionali e la nostra sovranità». Tra le accuse, anche l’invio di lettere a grandi aziende statunitensi, accusate di complicità con presunti crimini di guerra israeliani a Gaza.

Francesca Albanese è relatrice speciale dell’Onu dal 2022. In una nota pubblicata sui social ha scritto: «Sto saldamente dalla parte della giustizia, come ho sempre fatto». In un messaggio ad Al Jazeera ha definito le sanzioni «una tecnica di intimidazione in stile mafioso».

Il provvedimento arriva dopo mesi di tensioni tra Washington e la relatrice. Albanese è stata duramente criticata dal governo israeliano e da ambienti filo-israeliani negli Stati Uniti per le sue dichiarazioni sul conflitto in corso a Gaza, che ha definito una «campagna genocidaria». Il suo ultimo rapporto, pubblicato il 1° luglio, elenca oltre sessanta aziende occidentali accusate di trarre profitto dall’occupazione israeliana dei territori palestinesi. Israele ha respinto le accuse contenute nel rapporto come «prive di fondamento». Il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar ha definito le sanzioni «un messaggio chiaro» e ha invitato l’Onu a «rivedere la propria posizione».

Le Nazioni Unite non hanno ancora commentato ufficialmente. I relatori speciali operano come esperti indipendenti e non rappresentano la posizione dell’Onu. Amnesty International ha parlato di un «attacco all’indipendenza degli organi internazionali» e ha chiesto agli altri Stati di «contrastare gli effetti delle sanzioni».

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