Il riarmo è europeo ma intanto la tedesca Rheinmetall produce l’F-35 a stelle e strisce
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Un progetto, quello tedesco, da cui la Germania vuole trarre solide ricadute industriali. Al contrario del procurement di altri mezzi…
Difesa / Andrea Muratore 27-3-2025 insideover.it lettura2’
Nel riarmo europeo progettato da molti Paesi e promosso in particolar modo dalla Germania, che in nome della Difesa ha abbandonato la tradizionale vocazione all’austerità, il peso delle piattaforme americane è elevato, anche quando la produzione avviene sul suolo europeo: lo conferma l’imminente avvio da parte del colosso tedesco Rheinmetall delle fusoliere del cacciabombardiere F-35, progettato dall’americana Lockheed Martin e di cui Berlino ha ordinato 35 esemplari.
Le ricadute produttive per Berlino
Un progetto, quello tedesco, da cui la Germania vuole trarre solide ricadute industriali. Al contrario del procurement di altri mezzi, come i missili Patriot acquistati nel quadro del programma European Sky Shield Initiative (Essi) per una difesa aerea continentale, in questo caso la Germania intende accelerare sul destinare al fronte interno una parte della realizzazione degli asset pensati oltre Atlantico. E Rheinmetall, in virtù di un accordo del 2023 con Northrop Grumman (che partecipa come appaltatrice al programma) e Lockheed Martin, avrà presto a disposizione una linea di assemblaggio integrata per la fusoliera centrale del velivolo, analoga a quella che Leonardo opera in Italia nel sito produttivo di Cameri.
L’avanguardistica fabbrica di Weeze, in Nord-Reno Vestfalia, produrrà da luglio ogni anno “almeno 400 sezioni centrali della fusoliera per l’aereo da combattimento più avanzato al mondo”, secondo quanto ha comunicato nella giornata del 24 marzo l’azienda di Dusseldorf, reduce da una crescita borsistica notevole, dal boom del titolo dopo il varo del programma europeo ReArm Europe e dall’attesa per un ruolo decisivo negli appalti che saranno garantiti dalle politiche di investimento annunciate dal cancelliere in pectore Friedrich Merz su difesa e sicurezza. Il rilancio della Luftwaffe, l’aeronautica di Berlino, passerà dunque tramite assetti americani assemblati in Germania.
L’F-35 e gli appalti industriali tedeschi
Zone Militaire ha ricordato che nelle ultime settimane “in Germania si sono levate voci per riconsiderare, o addirittura annullare, l’ordine di trentacinque cacciabombardieri F-35A, notificato al produttore nel dicembre 2022”, sottolineando però che l’ipotesi appare oltremodo remota perché il programma è in marcia e mira a schierare gli F-35 tedeschi entro il 2028: “L’assemblaggio del primo F-35A destinato alla Luftwaffe [numero di serie MG-01] è iniziato lo scorso dicembre negli Stati Uniti, dove saranno addestrati i primi piloti tedeschi a partire dal 2026“.
Risulta difficile pensare, dunque, a una piena indipendenza della Germania dagli Stati Uniti nel breve periodo: il programma di acquisizione dell’F-35 è più ampio della proposta di espandere di 20 unità la flotta germanica di Eurofighter Typhoon, svincolati dalle catene di fornitura Usa, e supplisce alle carenze del programma franco-tedesco per il Future Combat Air System (Fcas), il caccia di sesta generazione alternativo al Global Combat Air Program (Gcap) di Italia, Giappone e Gran Bretagna che però non sta per ora decollando come progetto.
Rheinmetall può essere protagonista industriale di un programma fondamentale per la preparazione militare di un Paese centrale nell’architettura securitaria europea ma che finirà, inevitabilmente, per parlare inglese con inflessione statunitense. Come fa (e farà a lungo), del resto, buona parte della sicurezza del Vecchio Continente in generale e di Berlino in particolare.