Deterrenza . Con l’offerta Nato Premium, Trump ha già rottamato l’articolo 5

Il presidente americano avrebbe discusso la possibilità di calibrare le regole di ingaggio in modo da favorire i Paesi che spendono una determinata percentuale del loro Pil per la difesa.

Francesco Cundari 7 Marzo 2025 linkiesta.it lettura3’

Oggi la garanzia dell’Alleanza Atlantica sembra non tutelare più nemmeno i suoi membri storici, scrive Francesco Cundari nella newsletter “La Linea”. Arriva tutte le mattine dal lunedì al venerdì più o meno alle sette

C’è una terribile ironia in quello che sta accadendo attorno alla guerra in Ucraina, conflitto che secondo russi e filo-russi sarebbe scoppiato a causa della minaccia rappresentata dall’allargamento della Nato, e che secondo gli ucraini non sarebbe scoppiato affatto se il loro paese ne fosse stato già membro. Tralasciando il fatto che i primi mentano e i secondi formulino una ragionevole ipotesi, è infatti molto probabile, a questo punto, che prima ancora che la guerra finisca i contendenti vedano scomparire, di fatto, l’oggetto del contendere.

Fino a ieri i più ostinati ottimisti potevano forse avere ancora dei dubbi al riguardo, ma direi che anche loro dovranno arrendersi di fronte alle indiscrezioni della Nbc secondo cui Donald Trump vorrebbe rimettere esplicitamente in discussione l’articolo 5 della Nato, quello che stabilisce l’impegno reciproco degli alleati a considerare ogni attacco a un singolo membro come un attacco a ciascuno di loro, al punto da aver discusso la possibilità di «calibrare le regole di ingaggio degli Stati Uniti in modo da favorire i membri della Nato che spendono una determinata percentuale del loro Pil per la difesa». Una sorta di abbonamento Nato Premium, che darebbe diritto tra l’altro a più serie garanzie di sicurezza.

Con ogni evidenza, e come spesso accade con questo genere di offerte, al lancio della versione premium corrisponde l’immediata svalutazione dell’abbonamento base, per dir così.

E cambia poco il fatto che, al solito, l’ipotesi sia stata successivamente smentita: ormai conosciamo il modo di funzionare della nuova amministrazione americana e sappiamo bene, lo abbiamo visto da ultimo sui dazi, come il caotico succedersi di minacce, marce indietro e nuove offensive non sia mai un gioco a somma zero. Troppe sono del resto le dichiarazioni ufficiali di Trump che da tempo vanno nella stessa direzione, e hanno di fatto già ottenuto lo stesso effetto, trasformando la garanzia dell’Articolo 5 in una barzelletta.

Non per niente, sul Corriere della sera, Giorgio La Malfa ricorda oggi come la decisione del generale de Gaulle di avviare la creazione di un proprio autonomo deterrente nucleare nascesse proprio dalla sua scarsa fiducia in quella garanzia: il presidente francese era infatti convinto che gli Stati Uniti non avrebbero mai rischiato un olocausto nucleare per difendere un paese europeo. «Ma siccome la deterrenza nucleare si fonda sull’incertezza di quelle che potrebbero essere le reazioni di un paese dotato di un’arma nucleare, le dichiarazioni apparentemente fermissime degli Stati Uniti in materia di difesa collettiva della Nato sono state sufficienti a garantire i confini orientali».

Ecco perché le ripetute dichiarazioni di segno opposto pronunciate da Trump avevano già cambiato la situazione, tanto da spingere il prossimo cancelliere tedesco, Friedrich Merz, a parlare della necessità di rendere l’Europa indipendente dagli Stati Uniti, chiedendo a Gran Bretagna e Francia di estendere agli alleati la protezione della loro capacità di deterrenza nucleare. Appello raccolto ufficialmente da Macron nel suo impegnativo discorso di due giorni fa. Tutto il dibattito sulla pace, la necessità europea di riarmarsi e di ricostituire al più presto una capacità di deterrenza dovrebbe partire dunque dalla consapevolezza di questo terribile paradosso: è più che ragionevole pensare che se l’Ucraina fosse già stata membro della Nato, la Russia non avrebbe osato attaccarla. Ma è altrettanto ragionevole pensare che oggi quella stessa garanzia non tuteli più nemmeno i suoi membri storici. E tutti coloro che invocano la pace dovrebbero sapere che la ragione principale per cui noi europei abbiamo potuto godere per tanti anni di questo bene supremo è stata proprio la credibilità della promessa di protezione americana. Può anche darsi che fosse un bluff, come pensava de Gaulle, ma era un bluff che nessuno ha mai osato andare a vedere. Mi pare difficile sostenere che quella promessa abbia ancora una qualche credibilità.

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