Pechino fa i compiti a casa: studia Russia e Occidente e prepara la via cinese alla guerra

Capire meglio le innovazioni apportate recentemente, che si avvicinano molto a quelle occidentali ma che danno particolare importanza alla info war

Paolo Mauri 6.3.2025 insideover.it lettura4’

Lo scorso 20 febbraio la rivista ufficiale del Ministero della Difesa della Repubblica Popolare Cinese (Rpc) ha pubblicato un interessante articolo che spiega, a grandi linee, quale deve essere la modalità di combattimento delle forze armate. Un articolo dottrinario che, sebbene scarno di dettagli, risulta interessante per capire meglio la “via cinese alla guerra” e le innovazioni apportate recentemente, che si avvicinano molto a quelle occidentali ma che danno particolare importanza alla info war.

L’incipit del documento riporta che la progettazione operativa è un’attività di concezione sistematica, completa e di pianificazione complessiva condotta dai comandanti e dalle organizzazioni di comando per possibili operazioni in una determinata direzione nel periodo futuro. Essa si basa sulla comprensione delle leggi oggettive della guerra e delle operazioni ed è altamente istruttiva.

Per comprendere correttamente e affrontare efficacemente le operazioni future, si deve attribuire importanza alla progettazione del combattimento, coglierne l’essenza, padroneggiarla e migliorare continuamente il livello di capacità della progettazione del combattimento. L’approccio per questa progettazione deve essere scientifico: analizzare “ciò che è noto” e prevedere “ciò che è sconosciuto” per determinare le azioni da intraprendere in base agli obiettivi previsti.

Prerequisiti per la preparazione di un conflitto militare sono quindi la previsione scientifica e accurata di possibili minacce alla sicurezza, la valutazione di possibili operazioni in una determinata direzione o regione e la previsione proattiva della situazione generale e del processo delle operazioni. Il contenuto delle previsioni solitamente include lo scopo, lo stile, la scala, l’intensità, la durata e lo spazio del combattimento, inoltre per prevedere con precisione l’esito delle operazione si afferma che occorre basarsi sulle valutazioni dell’ambiente strategico internazionale e sulle minacce alla sicurezza nazionale, analizzando in modo completo vari fattori, in particolare gli sviluppi militari, e utilizzare un’argomentazione scientifica che combini analisi qualitative e quantitative, anticipando e valutando i vari fattori che influenzano l’esito del combattimento, prevedendo con precisione le loro tendenze di sviluppo e l’impatto che avranno sull’attuazione delle operazioni.

I militari cinesi affermano che il meccanismo vincente è “il processo e il metodo mediante i quali i vari fattori che influenzano l’attuazione del combattimento svolgono un ruolo vincente”: sostanzialmente la valutazione scientifica delle variabili di un combattimento prevedendone la loro influenza sull’esito delle operazioni e considerando pertanto quelle che possono avere un ruolo positivo.

La Cina si affida alla info bar

La parte più interessante, forse, è però come il PLA (People’s Liberation Army) sia giunto alle stesse conclusioni dell’Occidente, a testimonianza dell’accurata analisi dei conflitti presenti e passati effettuata sulla scorta della millenaria filosofia della guerra cinese. Si afferma infatti che con la continua evoluzione della forma di guerra, l’organizzazione e le modalità di combattimento hanno subito profondi cambiamenti: il vantaggio informativo è diventato un fattore chiave per vincere un conflitto che si unisce – ovviamente – alla distruzione del sistema informativo nemico, al rilascio preciso di energia e all’uso della velocità. Quanto affermato era deducibile dai progressi cinesi nel campo di determinati armamenti o modalità di contrasto: la Rpc sta investendo molto in armi a energia diretta, in sistemi ipersonici, sta cercando di allungare il proprio braccio dotandolo di precisione e soprattutto affida alla info war un ruolo primario sia per creare un clima favorevole alle operazioni militari o svolte nella zona grigia dei conflitti, ma anche – e fattore più importante – per contrastare le capacità avversarie di raccogliere informazioni sul campo di battaglia e nelle fasi precedenti il conflitto.

 

Il PLA teme molto la capacità statunitense di avere una situational awareness efficace, e pertanto si sta dotando di strumenti atti a degradarla (come laser capaci di colpire e accecare i satelliti avversari e armi ASAT cinetiche) e parimenti di capacità atte a migliorare la propria. La raccolta dati, quindi, è centrale e vitale sempre e per chiunque.

Molto interessante anche l’analisi che viene fatta sulle cause che portano a un conflitto: si afferma, infatti, che “gli incentivi al conflitto solitamente includono cause remote e cause immediate. Le cause remote si riferiscono solitamente a torti storici e contraddizioni effettive formatesi tra le due parti contrapposte nel processo di sviluppo storico a lungo termine; le cause immediate si riferiscono solitamente a crisi o emergenze che portano allo svolgimento di operazioni, e riflettono lo sviluppo e i cambiamenti della situazione strategica attuale. In buona sostanza, i cinesi hanno studiato bene e in modo approfondito il conflitto ucraino. L’articolo prosegue affermando che su questa base si deve analizzare ulteriormente i vari fattori che influenzano l’attuazione delle operazioni, tra cui la situazione dell’obiettivo, la situazione della nostra parte, la situazione dell’ambiente del campo di battaglia, ecc., per chiarire i vari impatti che questi fattori possono avere sull’attuazione delle operazioni senza dimenticare di ipotizzare possibili situazioni di combattimento sulla base di debolezze e forze proprie e dell’avversario.

Forza, tattica e azioni per vincere la guerra

Chiaramente, si ribadisce che la progettazione del conflitto è inscindibile dalla progettazione delle forze, delle tattiche e delle azioni. La forza è uno dei fondamenti materiali per organizzare e attuare operazioni di guerra, le tattiche sono i metodi per ottenere vittorie e le azioni sono i modi specifici per raggiungere gli obiettivi. Forza, tattica e azioni sono gli elementi fondamentali che costituiscono il combattimento. Senza uno di questi tre elementi, preparato accuratamente “in modo scientifico”, non si ottiene vittoria e pertanto non si deve iniziare un conflitto. La progettazione operativa è il processo di conversione delle idee dei comandanti sulle operazioni future in specifici concetti operativi, piani e altre soluzioni attraverso metodi di ricerca scientifica e poi, sulla base dell’applicazione della scienza e della tecnologia moderne e con un ampio uso delle conoscenze nei campi politico, militare, sociale e di altro tipo, per valutare e predisporre le guerre future.

L’articolo, come accennato, sembra un trattato di filosofia della guerra, ma in realtà dimostra molto pragmatismo avendo ribadito da un lato la necessità di utilizzare quei nuovi strumenti che possono dare un vantaggio sul campo di battaglia, dall’altro avendo svolto un’analisi del modo occidentale di fare la guerra e, come traspare, di quello russo. Aver sottolineato tra le cause di un conflitto le questioni storiche significa anche poterle utilizzare a proprio vantaggio, soprattutto grazie alla propaganda, e sappiamo che la RPC è maestra nell’esercizio di questa arte: quando si afferma che il Mar Cinese Meridionale fa parte del territorio nazionale grazie alla Linea dei nove tratti, oppure quando si afferma che isole filippine o giapponesi sono in realtà cinesi per questioni pseudo-storiche, si sta proprio utilizzando la storia per i propri fini espansionistici.

Solo gli utenti registrati possono commentare gli articoli

Per accedere all'area riservata