LA GEORGIA SI GETTA TRA LE BRACCIA DI PUTIN – IL PARTITO FILORUSSO AL GOVERNO A TBILISI HA VINTO LE ELEZIONI:

LO HA ANNUNCIATO LA COMMISSIONE ELETTORALE – “SOGNO GEORGIANO” GUIDATO DALL’OLICARCA BIDZINA IVANISHVILI HA OTTENUTO

27.10.2024 dagospia.com lettura2’

IL 54,2% DEI CONSENSI – I PARTITI DI OPPOSIZIONE FILO-OCCIDENTALI HANNO RESPINTO COME FRAUDOLENTI I RISULTATI, DENUNCIANDO BROGLI – IL VOTO È STATO PRECEDUTO DA MESI DI CRESCENTE REPRESSIONE DEL DISSENSO DA PARTE DEL GOVERNO…

1. GEORGIA: COMMISSIONE, PARTITO DI GOVERNO HA VINTO ELEZIONI

(ANSA-AFP) - Il partito al governo in Georgia, filorusso, ha vinto le elezioni: lo ha annunciato la commissione elettorale. Con oltre il 99% dei voti scrutinati, Sogno georgiano ha ottenuto il 54,2% dei consensi, secondo l'organismo che sovrintende al voto. I partiti di opposizione filo-occidentali hanno già respinto come fraudolenti i risultati elettorali preliminari che indicavano la vittoria del partito al governo.

2. LA GEORGIA SCIVOLA VERSO LA RUSSIA

Estratto dell’articolo di Monica Perosino per “La Stampa”

Sin dalle prime ore del mattino è stato ben chiaro che il voto in Georgia sarebbe stato all'insegna della violenza spudorata. Spudorata perché sotto gli occhi impassibili della polizia e declinata in molteplici forme.

Le elezioni parlamentari nel Paese caucasico, un referendum tra Russia ed Europa, si sono svolte sfoggiando un campionario di attacchi verbali e fisici, intimidazioni, schede fotografate, spedizioni punitive contro ragazzini avvolti da bandiere europee, risse ai seggi, pacchi di schede pre-compilate e ficcate con forza nelle urne, voti estorti con ricatti, scambiati per pochi euro o qualche favore.

Il cattivo della storia, stando alle denunce piovute da ogni parte del Paese, è Sogno Georgiano, il partito al governo da 12 anni guidato da Bidzina Ivanishvili, il miliardario che ha fatto fortuna in Russia e che oggi controlla magistratura e stampa, ha fatto approvare provvedimenti liberticidi come la cosiddetta "legge russa" sugli agenti stranieri e quella contro i diritti Lgbtq, e che ha l'evidente obiettivo di aumentare la sua "influenza" sul Paese, di cui controlla già il 30% del Pil.

Con un'affluenza record del 59%, i risultati preliminari del voto elettronico (73% del totale) sembrerebbero aver premiato chi tiene già in pugno il Paese da 12 anni, il partito filorusso Sogno Georgiano, che sarebbe primo con il 53% e avrebbe anche la maggioranza assoluta in parlamento. […]

I quattro partiti della coalizione filoeuropeista hanno superato la soglia totalizzando, insieme, almeno il 38, 4%% dei voti, con percentuali che variano dall'8 all'11%. Se il distacco si mantenesse invariato Sogno Georgiano avrebbe 91 seggi su 150, abbastanza per proseguire il cammino verso la Russia e sempre più lontano dalla democrazia e dall'Europa.

[…]

La Georgia, incastrata tra i regimi autoritari di Iran, Russia e Turchia, era finora l'unico Paese "cuscinetto", sia da un punto di vista politico che economico, e l'unica via alternativa alla Russia per il commercio centroasiatico e azero con l'Occidente. «Il corso filo-occidentale della Georgia è sempre stato un'eccezione nella regione – diceva ieri Tina Khidasheli, presidente della Ong Civic Idea ed ex ministra della Difesa –. Naturalmente questa sarà una vittoria per la Russia, ma anche per tutti gli altri Stati autoritari che confinano con noi».

Le elezioni sono state precedute da mesi di crescente repressione del dissenso da parte del governo, che ha giurato di raddoppiare la stretta in caso di vittoria e di mettere fuori legge le opposizioni. Le mosse antidemocratiche del governo, unite alla propaganda anti-occidentale, hanno portato l'Ue a sospendere il processo di adesione della Georgia dopo che il Paese si era assicurato lo status di candidato.

«Era quello che volevano – dice Keke, 25 anni, studentessa –. Hanno fatto credere a tutti che la Georgia stava lavorando per la democrazia, mentre invece, il suo padrone, Ivanishvili, lavorava solo per trasformare il Paese nel suo feudo, e fare ancora più soldi». Il perché i georgiani continuino a sostenere un oligarca autoritario, se si mettono da parte le pressioni e altre forme di intimidazione non è un mistero: «Voto Sd perché non voglio la guerra e per i 100 lari», dice un Irakli Khutsishvili, 77 anni, originario di Gori, città natale di Stalin. [...]

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