Ucciso in Iran da Israele. Chi era Haniyeh, il volto di Hamas

La militanza, le giornate a reggere il telefono di Yassin, la rivaltà con Sinwar. Ritratto del leader ucciso a Teheran che ha messo la maschera politica al gruppo della Striscia

Micol Flammini 31 lug 2024, ilfoglio.it lettura2’

Il 7 ottobre del 2023, Ismail Haniyeh stava pregando, al suo fianco, tra gli altri, c’era Saleh al Arouri, suo collaboratore, suo vice, un ponte tra Hamas, Hezbollah e l’Iran, curava le relazioni e i passi del sedicente asse della resistenza messo in piedi da Teheran. Al Arouri è stato eliminato a Beirut, a gennaio, mentre era in macchina nel sobborgo della capitale libanese, Dahiyeh, quartier generale di Hezbollah. Oggi, alle due del mattino, ora iraniana, anche Haniyeh è stato eliminato, era andato a Teheran per assistere alla cerimonia di insediamento del presidente iraniano Masoud Pezeshkian. Haniyeh viveva in Qatar, a Doha, in un albergo di lusso, ma i suoi viaggi in Iran erano frequenti e anche ieri era stato accolto in modo accogliente a Teheran, con un posto in prima fila durante l’insediamento e abbracci e baci con Pezeshkian. Di Hamas, Haniyeh era il volto in movimento – si spostava tra la Turchia e il Qatar – curava tutti gli affari del gruppo, era la voce che esprimeva la linea che in realtà dentro il gruppo della Striscia è sempre soggetta al principio dello ‘iijmae, il consenso: tutti i leader prendono una decisione, tutti obbediscono, anche chi dissente. Era lui che si muoveva assieme al suo predecessore Khaled Mashaal per negoziare su un accordo per il cessate il fuoco a Gaza. Era ritenuto pragmatico, più incline al compromesso rispetto ai leader combattenti come Yahya Sinwar, era pronto ad accordi politici pur di tornare a governare Gaza, era disposto a colloquiare con Fatah, il partito che Hamas aveva cacciato dalla Striscia dal 2007 e che è responsabile dell’Autorità nazionale palestinese.

Haniyeh ha contribuito a rafforzare la capacità di combattimento di Hamas e a espandere i suoi contatti nell’area, soprattutto con l’Iran, per costruire quell’infrastruttura di nemici di Israele in grado di unire le forze e accerchiare lo stato ebraico. Dopo il 7 ottobre, Haniyeh ha incontrato più volte la leadership iraniana e durante un incontro, la guida suprema Ali Khamenei avrebbe detto a Haniyeh che Teheran non sarebbe entrata in guerra direttamente a sostegno di Hamas. Haniyeh riprese i suoi viaggi, consapevole che senza una guerra totale Hamas non avrebbe mai vinto a Gaza, con il suo predecessore Mashaal continuò a girare per la regione, si recò spesso in Egitto per negoziare la sopravvivenza politica del gruppo mentre Sinwar dentro la Striscia continuava, e continua, a preferire uno scontro totale fino alla fine. Haniyeh ha lasciato la Striscia nel 2017, passando la leadership e il comando dentro Gaza interamente nelle mani di Sinwar, un leader dalle idee molto diverse, un metodo di battaglia che non lascia spazio a compromessi.

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