Il vice Trump. L’elegia fondamentalista e misogina di J.D. Vance Il senatore dell’Ohio, candidato repubblicano alla vicepresidenza,

ha votato contro l’accesso alla fecondazione in vitro, sostiene un divieto nazionale di aborto e chiama adescatori e pedofili gli avversari democratici pro-diritti Lgbtq+

20.7.2024 Francesca Di Muro, linkiesta.it lettura5’

«Credo che l’aborto abbia trasformato la nostra società in un luogo in cui vediamo i bambini come un fastidio, un inconveniente da buttare via piuttosto che una benedizione da nutrire. Eliminare l’aborto significa innanzitutto proteggere i nascituri, ma anche rendere la nostra società più pro-bambini e pro-famiglia», diceva nel 2021 J.D, Vance, il senatore dell’Ohio nominato lunedì scorso da Donald Trump vicepresidente dei Repubblicani.

La sua nomina sembra rassicurare la classe media e operaia bianca, che si sente minacciata da tutto, dagli immigrati, da chi avrebbe voluto un sostegno all’Ucraina meno forte, dalla concorrenza cinese. Dall’aborto, dalle carriere alias e dai matrimoni gay. Ex-marine e antiabortista potrebbe essere descritto in breve. Senatore dell’Ohio, eletto nel 2022, contrario ai matrimoni gay, alla terapia ormonale per la transizione di genere per minori, che ha definito un «bizzarro capriccio al quale i dottori non dovrebbero sottostare», si dovrebbe poi aggiungere.

Carol Tobias, presidente del National Right to Life, associazione prolife e antiabortista, ha definito Vance in seguito alla sua nomina una scelta eccellente, «un politico finalmente impegnato a promuovere il diritto alla vita». «Con Vance come vicepresidente, siamo più impegnati che mai nei nostri sforzi per veicolare il messaggio vincente pro-vita», ha aggiunto Marjorie Dannenfelser, presidente del gruppo antiabortista Susan B. Anthony Pro-Life America.

«Penso che due torti non facciano una ragione», aveva detto Vance nel 2021 parlando di aborto in caso di incesto o stupro. Nel 2021, Vance ha paragonato l’aborto alla schiavitù. «C’è qualcosa di paragonabile tra l’aborto e la schiavitù, e mentre le persone che ovviamente soffrono di più sono quelle che lo vivono in prima persona, spesso si trascurano gli effetti moralmente distorti che l’aborto ha sull’intera società», aveva detto in un’intervista con la Catholic Current, emittente radiofonica condotta dal professore di filosofia e teologia Robert McTeigue.

Nel 2022, ha elogiato la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di ribaltare la sentenza Roe contro Wade, ponendo fine al diritto costituzionale all’aborto. Quando si è candidato al Senato nel 2022, il sito web della sua campagna recitava «Vietare l’aborto» tra gli obiettivi principali. Nel 2023, dopo che gli elettori dell’Ohio hanno inserito il diritto all’aborto nella costituzione dello Stato, un emendamento a cui il senatore si era opposto, Vance sembra aver leggermente moderato le proprie posizioni, iniziando ad allinearsi con Trump. Il candidato presidente è un convinto sostenitore delle «restrizioni con eccezioni», che vieterebbe l’aborto solamente in casi particolari e definiti dalla legge.

A chi tocca definire questi casi particolari non è ancora chiaro, e per quanto le posizioni di Vance sembrano essersi oggi leggermente moderate, continuano a preoccupare il Paese, primi tra tutti gli avversari Democratici. Ricordiamo lo scontro Meloni-Macron sull’aborto al G7 in Puglia. «Voglio essere chiaro: gli attacchi dei repubblicani ai medicinali per l’aborto rientrano nella loro agenda estrema e pericolosa di vietare le interruzioni di gravidanza a livello nazionale. Non cederemo sui diritti, ne parleremo con la presidente del Consiglio Meloni», la risposta del presidente statunitense.

«È chiaramente contrario alla libertà di scelta e vuole riportare le donne indietro di decenni. Sostiene un divieto nazionale sull’aborto», ha affermato poi la presidente della campagna Biden-Harris Jen O’Malley Dillon durante un’intervista lunedì sera, al termine della prima serata del convegno di Milwaukee.

«La scelta di Donald Trump di candidare J.D. Vance come vicepresidente fornisce un’ulteriore prova che un’amministrazione Trump non si fermerà davanti a nulla per vietare a tutti costi l’aborto, senza alcuna eccezione come spesso fieramente sostengono», ha affermato Reproductive Freedom For All, il più antico movimento di difesa dei diritti all’aborto esistente negli Stati Uniti, in una dichiarazione rilasciata dopo la nomina del senatore. «Vance ha lavorato a stretto contatto con i repubblicani estremisti del Senato per indebolire la libertà riproduttiva, rifiutandosi di fare marcia indietro sui pericolosi divieti e restrizioni all’aborto ideati dal suo partito.

Una seconda presidenza darebbe a Donald Trump l’opportunità di fare danni incalcolabili ai nostri diritti fondamentali. I gruppi anti-aborto, che si sono alleati con Trump durante la sua ultima amministrazione per gettare le basi per rovesciare Roe e decimare la libertà riproduttiva, hanno collaborato con almeno centoquaranta ex funzionari dell’amministrazione Trump per creare un lungo programma che potrebbe iniziare a lanciare il primo giorno della sua amministrazione».

J.D. Vance è anche contrario al divorzio. «Questa è una delle grandi illusioni che la rivoluzione sessuale ha fatto credere alla popolazione americana, ovvero l’idea che, beh, ok, questi matrimoni erano fondamentalmente infelici, forse erano anche violenti, ma certamente erano infelici. E quindi liberarsene e rendere più facile per le persone cambiare coniuge come cambiano la biancheria intima, questo renderà le persone più felici a lungo termine», aveva detto nel 2021 in una conferenza presso la Pacifica Christian High School nel Sud della California. Resterebbe da chiedersi come mai abbia deciso di allearsi proprio con Trump, che di divorzi (confermati) ne ha ben due e ha avuto figli con tre donne.

Riguardo la parità di genere sul lavoro, Vance non ha posizioni ben distanti da quelle sull’aborto o sul divorzio. «Se la tua visione del mondo ti dice che è un male per le donne diventare madri ma liberatorio per loro lavorare novanta ore a settimana in un cubicolo al New York Times o alla Goldman Sachs, ti hanno fregato», ha scritto sul proprio account X nel 2022. E non sembra una coincidenza che l’ascesa fulminea di quest’uomo in politica sia andata di pari passo con la rinascita culturale della «tradwife», un particolare modello di donna bianca che esteticizza e romanticizza i tradizionali ruoli di genere. «Donne bianche, fondamentaliste che si vantano ingannevolmente online di come preparare il pane per il marito e portare in braccio i figli in campi di fiori selvatici le abbia rese più soddisfatte di quanto il movimento femminista avrebbe mai potuto fare», scrive ironicamente il New Yorker parlando del trend che spopola in rete da qualche anno.

J.D. Vance ha poi in passato espresso aperta opposizione alla ricezione stato per stato dei matrimoni omosessuali e ha proposto norme e modifiche legislative che limitino i diritti delle persone Lgbtq+, tra cui il Protect Children’s Innocence Act, che proibirebbe le cure di affermazione di genere per i minori di diciotto anni. Il senatore ha criticato il ruolo svolto dall’assistenza medica di transizione e affermazione di genere e ha sollevato dubbi sul fatto che aiuti la salute mentale dei bambini transgender, nonostante il consenso diffuso della medicina tradizionale sulla sua efficacia. Il suo disegno di legge non solo imprigionerebbe gli operatori sanitari che prescrivono bloccanti della pubertà o terapia ormonale sostitutiva, ma vieterebbe anche ai programmi Medicaid federali e agli operatori sanitari impiegati dal governo di fornire assistenza di affermazione di genere.

Durante i suoi due anni al Senato degli Stati Uniti, Vance si è opposto al Respect for Marriage Act, che codificava i diritti federali sui matrimoni omosessuali nel caso in cui Obergefell contro Hodges, la sentenza del 2004 che legalizzava l’uguaglianza dei matrimoni, venisse abrogata dalla Corte Suprema. È stato anche l’autore del Protect Children’s Innocence Act, che renderebbe punibile fino a quindici anni di carcere fornire interventi chirurgici di affermazione di genere a minori trans.

Già due dozzine di stati hanno approvato divieti di cure di affermazione di genere per i minori, così come numerose altre restrizioni sulla partecipazione degli studenti transgender agli sport e sulla loro capacità di usare i bagni e le strutture scolastiche che corrispondono alla loro identità di genere. Trump ha giurato a maggio che avrebbe immediatamente revocato le regole del Titolo IX recentemente implementate da Biden, che includono protezioni contro la discriminazione degli studenti transgender.

Non solo politiche anti-immigrazione, riduzione degli aiuti all’Ucraina e un manifesto scetticismo verso certi principi democratici liberali. A spaventare sono insomma anche le posizioni antiabortiste, antidivorziste e fondamentaliste della «Nuova Destra» di cui Vance è esponente, un movimento di giovani conservatori elitari che cercano di portare la rivoluzione ideologica iniziata sotto Trump. Che potrebbe ora riprendere il suo corso.

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