-IL PRONUNCIAMENTO DEI GIUDICI L'Aia NON chiede il cessate il fuoco a Gaza (niente su stupri uccisioni e ostaggi in mano a Hamas)

-La Corte di Giustizia dell’Aja ordina a Israele di prevenire atti di genocidio a Gaza: «Si rischiano conseguenze irreparabili»

26-1-2024 M.Flammini

-IL PRONUNCIAMENTO DEI GIUDICI L'Aia non chiede il cessate il fuoco a Gaza

MICOL FLAMMINI 26 GEN 2024

    

La misura chiesta dal Sudafrica non passa, la Corte internazionale di giustizia chiede allo stato ebraico di intraprendere misure urgenti, punire l'incitamento al genocidio, assicurare gli aiuti umanitari. Il processo va avanti, in un mese Gerusalemme dovrà portare i dettagli ai giudici

L'Aia dovrebbe processare l'Iran, non Israele

Non era oggi il giorno preposto per deliberare sulle accuse di genocidio contro Israele, oggi all’Aia si decideva se portare avanti il caso e se accettare la richiesta del Sudafrica di ordinare a Israele delle misure provvisorie. Il Sudafrica a fine dicembre aveva presentato il caso alla Corte internazionale di giustizia ai sensi della Convenzione sul genocidio del 1948, Israele aveva chiesto di archiviare il caso. Oggi non si è deciso nulla nel merito dell’accusa per genocidio, il caso richiederà anni, la Corte ha ordinato a Israele di intraprendere delle misure urgenti per prevenire un genocidio dentro alla Striscia di Gaza, di punire l’incitamento al genocidio dentro al paese e di presentare entro un mese un rapporto dettagliato con tutte le misure intraprese. Secondo la giuria, composta da diciassette giudici, “almeno alcuni degli atti e delle omissioni commessi da Israele a Gaza sembrano poter rientrare nelle disposizioni della convenzione”.

-La Corte di Giustizia dell’Aja ordina a Israele di prevenire atti di genocidio a Gaza: «Si rischiano conseguenze irreparabili»

26 GENNAIO 2024 – 14 reddazione open.online

La Corte Onu chiede allo Stato ebraico di mettere in atto misure cautelari urgenti (ma non il cessate il fuoco) in attesa della pronuncia finale sull’accusa di «genocidio»

Israele deve prendere misure efficaci ed immediate per prevenire che nella Striscia di Gaza siano commessi atti di genocidio ai danni dei palestinesi. È questo il cuore del primo verdetto emesso oggi della Corte internazionale di giustizia, chiamata ad esprimersi dal Sudafrica sulla possibile violazione da parte di Israele della Convenzione internazionale per la prevenzione del genocidio. L’esame del ricorso sarà ancora molto lungo, ma la Corte dell’Aja ha riconosciuto stamattina – di fronte alle condizione «disumane» in cui è ridotta da settimane la gran parte della popolazione di Gaza – la necessità di imporre a Israele una serie di misure precauzionali. Cinque per l’esattezza, secondo quanto riferito nell’Aula dell’Aja dalla presidente della Corte Joan Donoghue. Lo Stato ebraico dovrà assumere misure immediate ed efficaci onde: 1) prevenire qualsiasi atto assimilabile secondo la Convenzione al genocidio; 2) assicurarsi che le sue forze militari nella Striscia non ne commettano alcuno; 3) prevenire e punire ogni incitamento pubblico diretto a commettere tali atti; 4) assicurare la fornitura alla popolazione della Striscia dell’assistenza umanitaria urgente; 5) prevenire la distruzione ed assicurare la preservazioni di evidenze di eventuali atti di genocidio secondo la definizione della Convenzione sin qui commessi. Le decisioni cautelari della Corte sono state prese a maggioranza schiacciante: 15 o 16 giudici su 17 hanno votato a favore di ciascuna delle misure indicate.

Tra queste non figura pertanto quella di interrompere le operazioni militari: non c’è insomma l’ordine di cessare il fuoco di cui si era parlato con insistenza.

Resta il duro nocciolo del dispositivo contro Israele, chiamato a rispondere delle sue azioni e a prevenire atti che potrebbero avere «conseguenze irreparabili» sul futuro dei palestinesi di Gaza.

Cosa succede ora

Quale firmatario della Convenzione, ora Israele è teoricamente obbligato ad eseguire i dettami della Corte. La Corte ha intimato anche allo Stato ebraico di riferire entro un mese sull’implementazione delle misure con un rapporto dettagliato, che sarà poi girato anche allo stesso Sudafrica, che ha proposto la causa. 

Solo gli utenti registrati possono commentare gli articoli

Per accedere all'area riservata