Iraq, il raid degli Stati Uniti contro Hezbollah dopo l’attacco dei droni all’esercito Usa –

Il generale Kurilla: proteggiamo i nostri militari. gli attacchi serviranno a «ridurre la loro capacità di colpire. Proteggeremo sempre i nostri militari».

26.12. 2023 - 06:15 di Redazione open.online lettura2’

Il generale Kurilla: proteggiamo i nostri militari

L’esercito degli Stati Uniti ha effettuato una serie di attacchi aerei martedì 26 dicembre in Iraq. Gli Usa hanno risposto a un attacco di droni che ha ferito tre membri delle forze armate a Erbil, lasciandone uno in condizioni critiche. L’agenzia di stampa Reuters spiega che gli scontri sono da inquadrare nell’ambito della guerra tra Israele e Hamas, che ha trasformato in obiettivi le truppe americane che si trovano nelle basi in Iraq e Siria. L’esercito ha ucciso «un buon numero di militanti di Kataib Hezbollah» e ha distrutto le strutture del gruppo. Il generale Michael Erik Kurilla, che fa parte del comando centrale degli Stati Uniti, ha detto che gli attacchi serviranno a «ridurre la loro capacità di colpire. Proteggeremo sempre i nostri militari».

L’attacco con il drone a Erbil

Un drone unidirezionale aveva colpito a Erbil la base americana anche il 26 ottobre, riuscendo a penetrare le difese aeree statunitensi ma senza esplodere. Il Pentagono non ha rivelato il nome del militare gravemente ferito. Il segretario alla Difesa Lloyd Austin ha detto che «le mie preghiere sono per i coraggiosi americani rimasti feriti». Joe Biden è stato informato lunedì dell’attacco e ha ordinato l’azione di risposta contro i responsabili. Secondo Reuters l’esercito americano è stato attaccato almeno 100 volte in Iraq e Siria dal 7 ottobre. Di solito gli attacchi avvengono con un mix di razzi e droni. Anche l’ambasciata americana a Baghdad è stata raggiunta da alcuni colpi di mortaio all’inizio di dicembre. Gli attacchi si sono intensificati dopo l’annuncio della creazione di una coalizione marittima guidata dagli Stati Uniti per salvaguardare il commercio nel Mar Rosso dopo gli attacchi degli Houthi alle navi.

Gli Stati Uniti in Iraq

Il Pentagono ha fatto sapere che più di venti paesi hanno accettato di partecipare alla nuova coalizione. L’attacco alla base di Erbil è stato rivendicato dal gruppo della Resistenza Islamica in Iraq. L’agenzia Afp spiega che si tratta di un gruppo di combattenti formato da diverse fazioni armate filo-iraniane, tra cui alcuni ex paramilitari integrati nelle forze regolari. Washington attualmente dispone di 2.500 soldati in Iraq e 900 in Siria, che combattono contro la rinascita dello Stato Islamico.

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