CHI GUIDERÀ L’ASSALTO A GAZA? ISRAELE SI PREPARA ALL’INVASIONE:

LE FORZE SPECIALI DEL GRUPPO "SHAYETET 13", SONO I PRIMI SOLDATI CHE SONO STATI AMMASSATI LUNGO LA STRISCIA

15.10.2023 dagospia.com lettura2’

LE FORZE SPECIALI DEL GRUPPO "SHAYETET 13", CONSIDERATE AL PARI DEI NAVY SEALS AMERICANI, SONO I PRIMI SOLDATI CHE SONO STATI AMMASSATI LUNGO LA STRISCIA – INSIEME A LORO I MILITARI DEL “DUVDEVAN” (REPARTO CHE HA ISPIRATO LA SERIE TV “FAUDA”), DEL SAYERET MATKAL (DOVE HA PRESTATO SERVITO NETANYAHU) E DEL SAYERET GOLANI (GRUPPO D’ÉLITE DALLA BRIGATA DI FANTERIA D’ASSALTO) - I 300 MILA RISERVISTI...

Estratto dell’articolo di Davide Frattini per il “Corriere della Sera”

Le ali di pipistrello della Shayetet 13, il becco di Ibis della Maglan. Sono i primi soldati a essere trasportati in volo dagli elicotteri all’alba di sabato mattina, quando l’allarme da Gaza risale fino ai comandi nel centro del Paese.

Queste unità di forze speciali (la Flottiglia 13 è considerata a livello dei Navy Seals americani) sono affiancate in quelle ore da gruppi di pronto intervento come il Duvdevan (ha ispirato la serie tv Fauda ), la Sayeret Matkal (ci hanno servito il primo ministro Benjamin Netanyahu e l’ex premier Ehud Barak), la Sayeret Golani, gruppo d’élite dalla brigata di fanteria d’assalto meccanizzata che si prepara all’operazione di terra dentro la Striscia.

[…] I riservisti convocati o messi in allerta dallo Stato Maggiore sono già 300 mila. Herzi Halevi, l’attuale comandante, ha ereditato dai predecessori l’evoluzione della dottrina strategica. L’ingente budget (quasi 25 miliardi di dollari) è stato indirizzato verso una modernizzazione tecnologica da Benny Gantz, capo di Stato Maggiore durante i due messi di guerra contro Hamas del 2014 e adesso nel gabinetto ristretto di guerra: «L’obiettivo di questi cambiamenti è creare una forza di dimensioni ridotte ma più letale, capace di affrontare nemici non convenzionali in ambienti complessi e su fronti multipli».

Il successore Gadi Eisenkot, che ora siede con lui come osservatore nel consiglio di guerra, delinea un piano per ridurre il numero dei 45 mila ufficiali di carriera; svincolare decine di migliaia tra i riservisti meno preparati; eliminare le brigate di carristi più impolverate (alcune utilizzavano ancora i vecchi Patton degli anni Sessanta). «Allo stesso tempo — scrive Amos Harel, analista israeliano di cose militari, sulla rivista Foreign Affairs — Eisenkot riconosce che la superiorità hi tech non può essere sufficiente a sconfiggere un avversario non convenzionale.

Così decide di aggiornare la struttura delle truppe di terra e forma una nuova brigata per i commando». Di fatto si rende conto che Hamas da Gaza ed Hezbollah in Libano possono ormai muovere eserciti paramilitari. Quando parla di guerra, Aviv Kochavi filosofeggia, come ha studiato all’accademia militare, tra citazioni di Michel Foucault e Deleuze-Guattari, i Mille piani da affrontare diventano i piani di battaglia: «Questa stanza non è nient’altro che il risultato della tua interpretazione.

Così mi sono chiesto: come interpreto un vicolo? Un urbanista direbbe che è uno spazio dove camminare. Ai miei soldati ho spiegato che era uno spazio dove è proibito camminare. Una porta? Non oltrepassarla. Una finestra? Vietato guardarci attraverso. Il nemico vede lo spazio in modo tradizionale e io non voglio cadere nelle sue trappole: l’esplosivo sulla porta, il cecchino dietro la finestra». […]

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