Israele vuole l’evacuazione di Gaza entro 24 ore. L’Onu: «Impossibile». Hamas: «Propaganda». Ma intanto comincia l’esodo

L’esercito continua i bombardamenti. L’Iran: possibile un allargamento del conflitto

13 OTTOBRE 2023 - 09:09Redazione open.online

L’esercito israeliano ha ordinato a 1,1 milioni di palestinesi residenti nel nord della Striscia di Gaza di trasferirsi nel Sud dell’enclave entro 24 ore. Gerusalemme ha fatto sapere che opererà «in modo significativo» nella zona nei prossimi giorni e per questo i civili potranno tornare solo dopo che sarà tutto finito. Ma l’Organizzazione delle Nazioni Unite non ci sta e chiede a Israele di fermarsi. «L’Onu si appella con forza perché un simile ordine, se confermato, sia ritirato. Per evitare di trasformare quella che è già una tragedia in una situazione di calamità», ha affermato il portavoce del segretario generale Stephane Dujarric. Intanto pesanti bombardamenti stanno colpendo anche nella notte la Striscia, in particolare nei pressi del confine. Lo testimoniano video postati sui social dai residenti e una nota dell’Aeronautica israeliana.

«Colpiremo, lasciate le case»

«Anche di notte, e in qualsiasi momento, centinaia di aerei IAF continuano ad attaccare con forza e a danneggiare gravemente le capacità del nemico», è il commento a un video postato dall’Aeronautica israeliana sui social. Israele afferma di aver sganciato in sei giorni 6.000 bombe, per un peso di 4.000 tonnellate, sugli obiettivi di Hamas a Gaza, colpendo oltre 3.600 obiettivi. L’esercito israeliano «sta ordinando l’evacuazione di tutti i civili di Gaza City dalle loro case a sud, per la loro sicurezza e protezione», ha annunciato un comunicato ripreso da Afp venerdì all’alba. I civili dovranno «andare nell’area a sud di Wadi Gaza», un corso d’acqua situato a sud di Gaza City. «Vi sarà permesso di tornare a Gaza City solo quando verrà fatto un altro annuncio che lo consenta», si legge nella dichiarazione. Dujarric ha avvertito che un’evacuazione di tale portata è «impossibile senza causare conseguenze umanitarie devastanti».

L’ambasciatore di Israele all’Onu

L’ambasciatore israeliano all’Onu Gilad Erdan ha reagito con forza. «La risposta dell’ONU all’avvertimento preventivo di Israele agli abitanti di Gaza è vergognosa», ha scritto in un messaggio inviato all’Afp, accusando l’ONU di «aver chiuso un occhio su Hamas». Nella notte l’esercito ha pubblicato un video che mostra un blitz per liberare ostaggi che risale al 7 ottobre scorso. Ieri Netanyahu ha dato il via libera al governo di unità nazionale. Intanto mille soldati italiani si trovano al confine con il Libano, dove continuano gli spari. L’Italia pensa di evacuarli. Un dirigente di Hamas ha rilasciato un’intervista a Russia Today sostenendo di non aver avvisato nessun alleato dell’attacco in programma. Ieri Israele ha anche tagliato elettricità, gas e acqua a Gaza fino al rilascio degli ostaggi. E ha promesso la distruzione della rete di tunnel della zona.

L’esodo

Dopo il comunicato di Israele molte migliaia di persone hanno cominciato a lasciare le proprie abitazioni a Gaza City e si stanno dirigendo a sud in seguito all’avvertimento dell’esercito israeliano secondo cui il nord della Striscia diventerà zona di operazioni militari. Fonti locali riferiscono che chi non dispone di mezzi di trasporto sta procedendo a piedi con qualche bagaglio in mano. E’ una marcia di almeno 10 chilometri, intrapresa da famiglie intere. Una fonte dell’ospedale al-Quds ha detto all’Ansa che medici e pazienti resteranno nella zona di pericolo, in assenza di ambulanze e di soluzioni adeguate per il ricovero dei malati più gravi.

La risposta di Hamas

Il ministero dell’Interno di Hamas a Gaza ha invitato la popolazione del nord della Striscia a non muoversi dalle proprie case definendo l’annuncio dell’esercito di Israele «propaganda». L’Unrwa, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi, ha annunciato di aver spostato il centro delle proprie operazioni nella parte di Gaza sud dopo l’annuncio dell’esercito. Intanto il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian, incontrando i giornalisti in Libano, dice che l’apertura di un secondo fronte con Israele è possibile se dovessero continuare i «crimini di guerra» contro i palestinesi ed il blocco a Gaza. «La continuazione dei crimini di guerra contro la Palestina e Gaza incontrerà sicuramente reazioni dagli altri assi nella regione», ha concluso il ministro.

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