Come nel 1973L’attacco a sorpresa di Hamas a Israele e l’inizio di una nuova guerra

Hamas e l’Iran dichiarano guerra a Israele e si inseriscono, boicottandola, nella trattativa tra Stati Uniti, Arabia Saudita e Gerusalemme

Carlo Panella 7.0.2023 linkiesta.it lettura4

Con un’invasione terrestre da Gaza e con centinaia di missili sui kibbutz, i terroristi palestinesi hanno fatto saltare il poderoso apparato militare di Gerusalemme e dei parolai del governo Netanyahu. Il coordinamento con l’Iran e gli effetti sui colloqui con Arabia Saudita e Stati Uniti

Hamas e l’Iran dichiarano guerra a Israele e si inseriscono con straordinaria efficacia, boicottandola, nella trattativa tra Stati Uniti, Arabia Saudita e Gerusalemme. Hanno infatti messo e a segno una clamorosa azione militare che mette a nudo una falla nel poderoso apparato militare di Israele. Questo è il significato politico più grave dell’operazione militare dispiegata sabato mattina alle sette da Gaza.

Mentre un ondata di centinaia di missili, non tutti intercettati da Iron Dome, ha colpito le Sderot e le cittadine israeliane e i kibbutz più vicini alla Striscia, decine di miliziani palestinesi armati bordo di Suv – alcuni su deltaplani – hanno forato il confine e si aggirano sparando nelle contigue cittadine e kibbutz facendo decine di feriti tra i civili israeliani. Un’azione estesa di guerra, perfettamente riuscita, nel cinquantesimo anniversario della guerra del Kippur che, proprio come allora, evidenzia una grave falla nel sistema difensivo e di intelligence di Israele.

Come nel 1973 l’esercito siriano sfondò sul Golan e quello egiziano sconfisse la poderosa barriera corazzata Bar Lev sul Canale di Suez, oggi i miliziani palestinesi riescono in una operazione mai riuscita: esfiltrano decine di armati in Israele da Gaza facendosi beffe di un poderoso presidio di carri armati, militari e sistemi d’arme avanzatissimi posto da Israele a presidio del confine. Non solo, come nel 1973, l’azione di Hamas evidenzia una clamorosa falla nell’intelligence di Gerusalemme che nonostante abbia decine di “referenti” nella Striscia, e anche un sistema iper sviluppato di sorveglianza elettronica del confine con Gaza, non ha colto segnali della preparazione complessa di una operazione così massiccia.

Le notizie sono ancora frammentarie e di difficile verifica, soprattutto quella più grave: alcuni militari e civili israeliani – sostiene Hamas – sarebbero stati rapiti e portati a Gaza per umiliare Israele nei prossimi giorni con una trattativa sugli ostaggi. Si è sparsa anche la voce, non verificata, che addirittura un villaggio israeliano sia sotto controllo di Hamas.

Ovvia la reazione del governo di Gerusalemme che ha immediatamente richiamato i riservisti e convocato il gabinetto di guerra e inviato contingenti nelle zone interessate allo sfondamento dei miliziani palestinesi.

Resta il dato di fatto: dopo mesi di una azione militare durissima del governo di estrema destra di Benjamin Netanyhau su Jenin e le roccaforti di Jihad islamica e Hamas in Cisgiordania, che ha fatto secondo la Associated Press più di 140 morti, più della metà miliziani, ma anche donne e bambini, Israele esce umiliato dal successo dell’attacco militare da Gaza. È infatti evidente che i ministri dell’estrema destra para fascista, Itamar Ben Gvir ministro della Sicurezza Nazionale e Bezael Smotrich, ministro dell’amministrazione civile in Cisgiordania – quindi dei coloni – sono stati tanto roboanti e inflessibili a parole – «i palestinesi non esistono» – quanto inefficaci e perdenti nei fatti. Nelle prossime settimane potrebbe emergere che Ben Gvir, un pallone gonfiato che non ha neanche mai fatto il servizio militare, avrebbe disarmato la Sicurezza Nazionale eliminando dirigenti a lui non fedeli e promuovendo inefficaci parolai estremisti come lui.

La situazione militare è in pieno svolgimento ed è prematuro anticipare l’evoluzione e comprendere il numero delle vittime. Di certo è un clamoroso smacco militare e politico del governo israeliano che non potrà non avere ripercussioni nei prossimi giorni, inclusa una crisi di governo.

Ma le conseguenze della vittoria di Hamas per il solo fatto di essere riuscita a violare militarmente il territorio israeliano si irradieranno anche sulla scena internazionale. È evidente infatti che il successo di Hamas è anche un successo dell’Iran. Nel maggio scorso a Beirut è stato siglato un “patto della resistenza” tra Hezbollah e Hamas stessa, patrocinato da Teheran, con l’intesa di azioni armate comuni. E Hezbollah è anche formalmente sotto la direzione iraniana sia dal punto di vista politico che militare. Non ci sarà da stupirsi quindi se emergerà che il successo dello sfondamento del confine è dovuto anche a “consiglieri” iraniani delle Forze Al Qods fondate dal generale dei Pasdaran Ghassem Sulemaini, che hanno alle spalle una solidissima e avanzata preparazione militare, anche alla cyber war maturata da decenni in Iraq e Siria.

L’evidente appoggio iraniano ad Hamas e il successo dell’azione di sfondamento da Gaza impatteranno pesantemente sulle trattative di Ryad tra Stati Uniti, Mohammed bin Salman e Netanyhau. A quanto si è compreso infatti, ad oggi, le richieste dei sauditi al governo israeliano per la sistemazione della questione palestinese in cambio del riconoscimento di Israele sono state molto blande. Ma ora è evidente che per infrangere la morsa militare dal Libano e da Gaza, e soprattutto per contrastare il grande consenso che Hamas e Jihad Islamica hanno tra la popolazione della Cisgiordania, soprattuto dopo il successo odierno di Hamas sui confini, l’eventuale accordo tra Gerusalemme e Ryad dovrebbe prevedere non sfocate promesse, ma la concretezza della concessione di uno Stato Palestinese. Conclusione impossibile per il governo Netanyhau.

Dunque Hamas ha conseguito oggi un grande successo anche sulla scena internazionale sino ad arrivare sicuramente a mettere in imbarazzo persino l’amministrazione Biden, che tanto ha scommesso sull’accordo Israele-Arabia Saudita e che ora si trova di fronte una clamorosa mossa vincente in Palestina dell’Asse Iran-Hezbollah-Hamas.

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