Orban tira dritto: nuovi accordi con Mosca. Gelo con Usa e Ue

Peter Szijjártó, è volato per la terza volta nell’ultimo anno a Mosca, alla corte di Vladimir Putin

Lorenzo Vita 12 APRILE 2023 ilgiornale.it lettura2’

L’Ungheria di Viktor Orbán torna a far parlare di sé. Il ministro degli Esteri di Budapest, Peter Szijjártó, è volato per la terza volta nell’ultimo anno a Mosca, alla corte di Vladimir Putin. E tra gli incontri, spicca in particolare quello con Alexander Novak, vice primo ministro e responsabile per l’Energia, e Alexey Likhachev, amministratore delegato del colosso del nucleare russo Rosatom.

Szijjártó, nonostante le condanne politiche provenienti dall’Europa, non ha battuto ciglio. Per il ministro magiaro, si tratta di garantire al proprio Paese la “sicurezza dell’approvvigionamento energetico” per avere un flusso ininterrotto di gas, petrolio e combustibile nucleare. Una scelta che, ripete il ministro, non ha nulla di ideologico. Tuttavia, è evidente che l’intesa tra Budapest e Mosca lasci spazio all’interpretazione politica, sia per il significato degli accordi sul fronte energetico, sia per il tempismo della visita del ministro in Russia.

Sotto il primo aspetto, Szijjártó ha confermato che il patto siglato a Mosca fa sì l’Ungheria possa importare più gas naturale russo rispetto al contratto precedente e a un prezzo massimo di 150 euro al metro cubo. Una mossa che non solo consolida l’intesa sul gas tra i due Paesi nonostante le sanzioni e le direttive provenienti da Unione europea e Nato, ma che certifica anche il ruolo sempre più centrale del gasdotto TurkStream nell’approvvigionamento russo verso l’Europa orientale.

 

Inoltre, per quanto riguarda il dossier nucleare, il ministro degli Esteri magiaro ha raggiunto un accordo con Rosatom per confermare e allo stesso tempo modificare l’intesa sull’ampliamento della centrale nucleare di Paks, in Ungheria. Le revisioni dovranno ora passare al vaglio della Commissione europea, che ha preso in mano il dossier dopo avere avviato, come racconta Maria Michela d’Alessandro su il Millimetro, una procedura d’infrazione contro Budapest per le modalità di assegnazione dell’accordo a Rosatom. Szijjártó, a questo proposito, ha lanciato una provocazione molto chiara nei confronti di Bruxelles: “Speriamo che la Commissione europea non voglia mettere a rischio l’approvvigionamento energetico a lungo termine dell’Ungheria”.

Se già solo gli accordi su gas e nucleare bastavano a provocare fibrillazioni nei rapporti già tesi tra Orbán e l’Occidente riguardo il nodo “Russia”, la visita di Szijjártó a Mosca è poi arrivata mentre dagli Stati Uniti trapelavano documenti dell’intelligence americana in cui si dice che Orban considera Washington tra i principali nemici del suo partito, Fidesz. Come scrive Agi, una fonte vicina al governo magiaro ha sottolineato che in quella riunione citata dal documento Usa, Orban non parlava degli Stati Uniti, ma solo dell’amministrazione democratica. Una precisazione che di certo non si traduce in una smentita, confermando semmai il crollo delle relazioni tra Budapest e Washington soprattutto dall’arrivo di Joe Biden alla Casa Bianca.

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