UN FOGLIO INTERNAZIONALE Il braccio destro di Zelensky racconta la situazione sul campo in Ucraina
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“Quella in corso è la battaglia di Verdun del Ventunesimo secolo”, scrive il Monde in un'intervista a Andriy Yermak. “Ma non abbiamo più paura di nulla”
23 GEN 2023 ilfoglio.it lettura3’
In un palazzo presidenziale calato nella penombra, Andriy Yermak, potente capo di gabinetto del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha ricevuto il Monde il 12 gennaio, in tarda serata. Nel vasto edificio, lungo i corridoi e ai piedi delle scale, sono accatastati dei sacchi di sabbia, i giubbotti antiproiettile sono presenti in ogni ufficio e diverse stanze hanno una porta blindata per limitare i rischi di attentato. I militari fanno regolarmente la ronda, con la torcia in mano, per verificare che nessun oggetto sospetto si nasconda dietro le tende o in un angolo dell’edificio. Yermak, braccio di destro del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, fa il punto sulla situazione militare e il bisogno di “mezzi pesanti”. Auspica la creazione di un tribunale speciale e un rafforzamento delle sanzioni contro la Russia.
Le Monde – Qual è la situazione militare a Bakhmut e a Soledar?
Andriy Yermak – La situazione è complicata, anzi molto complicata, quella in corso in questo momento a Bakhmut e a Soledar è la battaglia di Verdun del Ventunesimo secolo. I combattimenti sono duri da ormai diversi mesi, ma i nostri soldati riescono a mantenere le loro posizioni. I russi liberano dalla prigione dei criminali che muoiono subito dopo il loro arrivo sulla linea del fronte. I loro corpi vengono abbandonati sul campo, non vengono nemmeno recuperati, ci sono molte perdite umane dal lato russo, molto superiori alle nostre. Noi diamo chiaramente più valore alla vita dei nostri soldati. Ma davanti abbiamo una massa umana che attacca, attacca senza sosta. Soledar è il teatro di battaglie di strada, senza che alcuna delle due parti abbia veramente il controllo della città. I russi sono presenti, ma non controllano. La situazione è difficile, ma manteniamo lo stesso obiettivo in questa guerra, che è quello di liberare i nostri territori, di restaurare completamente l’integralità territoriale dell’Ucraina.
Teme una nuova mobilitazione di soldati russi che potrebbe sommergere le linee di difesa ucraine?
Dal 24 febbraio 2022, non abbiamo più paura di nulla. Per vincere questa guerra, abbiamo bisogno di mezzi militari supplementari, e di mezzi pesanti. La nostra cooperazione con i nostri alleati continua, e quello che posso dirvi è che abbiamo cominciato a ricevere dei mezzi pesanti. Ciò proseguirà, perché so che i nostri partner continueranno a sostenerci in tutti i modi possibili.
Come interpreta la ripresa del controllo delle operazioni militari in Ucraina da parte del capo di stato maggiore russo Valeri Guerassimov?
E’ la prova che hanno dei problemi, che non sono contenti dei loro risultati, che non registrano nessun progresso sul campo, è una buona notizia per noi.
Teme una nuova offensiva proveniente dalla Bielorussia?
Non pensiamo che la Bielorussia sia pronta ad impegnarsi apertamente in questa guerra, anche se non abbiamo dimenticato che i primi missili sono stati lanciati il 24 febbraio dal loro territorio. Il rischio, tuttavia, esiste, vedendo la concentrazione di soldati e di mezzi militari russi sul territorio bielorusso.
Alla fine del 2022, l’Unione europea ha proposto la creazione di un tribunale speciale per giudicare i “crimini russi”. Parteciperete a questo progetto?
Per noi è molto importante, e purtroppo, ottant’anni dopo Norimberga, ci ritroviamo in Europa a discutere della creazione di un tribunale per giudicare dei crimini di guerra, è un triste ritorno verso il passato. Ma guardate ciò che sta accadendo in Ucraina, per esempio a Irpin e Bucha, guardate i casi di torture, di stupri, di uccisioni di civili, e capirete che i più alti responsabili politici e militari, quelli che hanno dato gli ordini, devono essere processati. Siamo felici del sostegno di numeri paesi, abbiamo fatto passi in avanti e siamo ottimisti. Nel gabinetto del presidente, abbiamo una squadra che si occupa di questa questione e viaggia molto. Lavoriamo con i nostri partner su una risoluzione delle Nazioni unite che verta sulla creazione di questo tribunale. È un lavoro importante, che continuerà. La decisione di creare il tribunale di Norimberga è stata presa due anni prima della fine della Seconda guerra mondiale, dunque non bisogna aspettare, e spero che questa risoluzione possa essere pronta entro il primo semestre di quest’anno.
Le sanzioni contro la Russia devono essere inasprite?
Alcune sanzioni non funzionano. Bisogna guardare in faccia la realtà: se questa guerra dura, significa che le sanzioni non sono sufficienti. Eppure, sono una delle armi più importanti contro la Russia. Bisogna spingersi più lontano. Lancio dunque un appello affinché venga organizzato un vertice, una conferenza internazionale sulle sanzioni contro la Russia per stilare un primo bilancio e pianificare il seguito.
(Traduzione di Mauro Zanon)