La sinistra, dicono, non c'è più Ma ne restano, intatti, tutti i vizi
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Ne uccide più la penna che la spada. Più di tutti lo sanno i giornalisti. Una notizia ben inventata, ben presentata, ben colorita viene subito bevuta come vera.
di Gianfranco Morra ItaliaOggi, 26.11.2016
Ne uccide più la penna che la spada. Più di tutti lo sanno i giornalisti. Una notizia ben inventata, ben presentata, ben colorita viene subito bevuta come vera. Soprattutto nella nostra epoca di pensiero debole, nella quale spesso la menzogna è verità proprio perché menzogna e la verità è menzogna proprio perché verità. E non serve neppure il ragionamento, basta una parola, suggestiva evocativa ripetitiva, per qualificare e, ancor più, per squalificare qualcuno.
La prova più grande di questo potere falsificatorio della penna ci è venuto dalle recenti elezioni americane. Durante la campagna elettorale quasi tutta la stampa, non solo negli Usa ma dovunque in Occidente, ha espresso una certezza indubitabile, che poi si è mostrata come un wishfull thinking: la candidata democratica ha già la vittoria in tasca, mentre il candidato repubblicano è destinato a una ingloriosa sconfitta. Abbiamo visto come è andata.
Eppure quei giornalisti incapaci e grossolani, ma anche conformisti e irreggimentati, non dovevano scusarsi coi lettori, che per mesi hanno ingannato o per ignoranza o per calcolo?
Essi continuano invece con le loro falsificazioni e con l'uso di un linguaggio assolutorio per la Clinton e accusatorio per Trump. Ogni volta che parlano della sconfitta usano il dolce nome «Hillary»: una donna, democratica, aperta, ilare due volte (per la doppia elle).
La chiamano teneramente per nome. Mentre non lo fanno per il vincitore: Ronald, meglio non usarlo, oltretutto ricorda Reagan, il presidente «cattivo». Il termine più usato per denigrarlo è un misto di ironia e disprezzo: «tycoon». Che deriva dal giapponese, una parola di due sillabe che significano «grande e potente», ma che negli Usa indica un ricchissimo Paperone. Stimolando così l'odio verso quel danaro degli altri, che i non-ricchi non hanno e vorrebbero avere. Per molti, anche in alto loco, dire che uno è «ricco» equivale a dire che i soldi li ha rubati.
Ma non basta. Trump e coloro ch'egli assume nel suo staff sono «falchi». Mentre Hillary era una «colomba». Siamo nel ridicolo, se non nel demenziale. A sinistra (democratici) ci sono solo colombe: miti e bianche col loro volo invocano la pace. A destra (repubblicani) troviamo soltanto falchi, violenti e rapaci. Come dire: Trump farà una politica dura e repressiva, mentre Hillary l'avrebbe fatta pacifica e conciliante. Ma allora la Clinton, quando sostenne l'intervento contro la Libia di Gheddafi, era una colombella o una falchetta? E Obama, quando decise la guerra in Iraq e Siria, che tipo di uccello era? Ogni capo di stato è sempre, insieme, ora più ora meno, falco e colomba.
Ci dicono che la sinistra non c'è più. Probabilmente è vero. Ma i suoi vizi tengono ancora banco.
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