Venezuela crisi umanitaria e politica
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Europa. Al governo di Caracas chiediamo di rispettare la Costituzione, in particolare i meccanismi legali dell’impeachment con la possibile revoca del mandato presidenziale nel 2016 per via democratica.
Foglio 10.6.2016
Antonio Tajani, al direttore - Il suo Foglio e pochi altri hanno dedicato attenzione alla crisi umanitaria e politica in un paese vicino a Italia ed Europa come il Venezuela. Perciò le segnalo che ieri il Parlamento europeo, approvando una risoluzione ad hoc sostenuta dai maggiori gruppi politici, ha realizzato un balzo in avanti. Un gesto diplomatico forte. Al presidente Maduro chiediamo “urgenti riforme economiche” da realizzare insieme al Parlamento (dove l’opposizione ha conquistato il 6 dicembre la maggioranza dei due terzi e la possibilità di convocare un referendum per porre fine al mandato presidenziale).
E’ la quarta risoluzione sul Venezuela dal febbraio 2014, ma presenta due novità. La prima: non ci focalizziamo più soltanto sulla difesa dei diritti umani, pure fondamentali e infatti reclamiamo il rilascio immediato dei circa duemila prigionieri politici, ma sull’emergenza umanitaria in un paese che pur essendo produttore di petrolio, soffre la scarsità di cibo e medicinali. Le cronache ci dicono che alcuni venezuelani curano per disperazione l’ipertensione con l’aglio e invece dell’insulina meditano il ricorso alle foglie di bambù. La mortalità negli ospedali è cresciuta in un anno del 31 per cento, quella infantile si è centuplicata rispetto al 2012 (dallo 0,02 al 2 per cento) e quella materna quintuplicata in 3 anni. Un misto di residui ideologici e malaffare ha fatto piombare uno dei pilastri dell’America latina (nostri cugini) in un incubo. La risoluzione chiede all’Alto rappresentante Federica Mogherini un piano di assistenza, e al presidente Maduro di accettare gli aiuti.
La seconda novità è politicaSe l’inflazione, anche sui beni elementari, supera ormai il 700 per cento annuo secondo il Fondo monetario internazionale, e se il Venezuela ha subìto nel 2015 la terza peggiore recessione mondiale con un crollo del 18 per cento di pil, pane e medicine sono la frontiera che precede finanche la libertà. Nessuna dittatura o utopia in Terra, per quanto sostenuta in Italia da minoranze di nostalgici terzomondisti, può mascherare il disastro di un paese ostaggio di ideologismo e corruzione. Una Europa che rispetti se stessa e non voglia abdicare al proprio ruolo di attore diplomatico globale deve prendersi cura del paradosso venezuelano. E, soprattutto, dei venezuelani.
vicepresidente del Parlamento europeo con delega all’America del sud