La Cina nostalgica di Marx
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Prof. cinesi contro il “brainwash” occidentale. Gli studenti scelgono gli Usa
Karl Marx
di Redazione | 03 Giugno 2016 ore 06:22 Foglio
Volete salvare l’economia cinese? Allora dovete studiare Marx. In una lettera inviata al ministero dell’Istruzione di Pechino, un gruppo di professori universitari cinesi ha puntato il dito contro il “lavaggio del cervello” al quale sarebbero sottoposti i loro studenti di economia, infarciti di “teorie economiche occidentali”. Quelle stesse teorie che “hanno portato al collasso dell’Unione sovietica”. Insomma, c’è troppo occidente nei corsi d’Economia cinesi e i nostri ragazzi farebbero bene a tornare a studiare Marx, dicono gli emeriti. Per avvalorare la tesi del brainwash fanno l’esempio degli economisti che hanno portato al “miracolo economico” paesi dell’area asiatica come la Corea del sud, il Giappone, Taiwan – economisti tutti formati secondo i princìpi economici del marxismo. Se la Cina sta affondando è perché non ci sono più economisti in grado di elaborare idee innovative a Pechino.
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La proposta, quindi, è quella di dedicare almeno il cinquanta per cento dei corsi universitari agli studi marxisti, da affiancare a quelli più vicini all’economia occidentale. Di certo la petizione dei professori non cadrà nel vuoto. Sin dall’insediamento di Xi Jinping, il Partito comunista di Pechino è molto sensibile alla rivitalizzazione dei valori tradizionali cinesi, soprattutto in età scolare (la battaglia sui libri universitari dello scorso anno ne è un esempio). La tradizione, però, si scontra con la globalizzazione, e il desiderio dei millennial cinesi. Scrive il Financial Times che lo scorso anno in 300 mila hanno scelto di frequentare l’università negli Stati Uniti – il 10 per cento in più rispetto all’anno precedente. Lì, Marx, si legge sui libri di Storia.
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