VOLANO BOTTIGLIE! - ''SLOW FOOD'': ''NOI SIAMO SNOB, MA CARO AL BANO
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REGALA AI TUOI COLLEGHI CONTADINI IL “SEGRETO” DEL VINO OTTIMO A 1,91 EURO A BOTTIGLIA!''
27 AGO 2015 17:16 dAGOSPIA
"Considerando tutti i costi di produzione dell’uva, della trasformazione, del confezionamento (dell’iva al 22%), 1.91 euro per bottiglia ci sembra un po’ pochino per garantire una qualità dignitosa, rispetto dell’ambiente e dei lavoratori"...
Gaetano Pascale per http://www.slowfood.it/slowine/piu-felicita-per-tutti-i-vini-di-al-bano-a-meno-di-2-e-a-bottiglia/
Dopo il nostro articolo, dedicato ai vini di Al Bano venduti a 1,91 euro a bottiglia si è alzato un polverone mediatico. Sono usciti pezzi su Yahoo, Huffington Post, Il Giornale e Dagospia. Il signor Carrisi ha dichiarato: “Slow Food? Gente snob e invidiosa. Il mio vino è ottimo: a 2 euro perché voglio essere popolare”. In realtà, come si evinceva dal nostro articolo – se lo si leggeva tutto – il nostro discorso era molto più ampio e non voleva essere un’accusa alla singola cantina, ma si ragionava sul reale prezzo di un vino di qualità. Ma non vogliamo certo evitare di rispondere al celebre cantante e per questo lo facciamo fare al nostro presidente nazionale, Gaetano Pascale.
Vorremmo tranquillizzare tutti: un prezzo onesto applicato al vino piace anche a noi di Slow Food (tanto è vero che abbiamo realizzato 10 edizioni della guida Vino Quotidiano e in Slow Wine si premiano le etichette più convenienti). Però dobbiamo prima di tutto chiarire cosa intendiamo per buon prezzo.
Dal nostro punto di vista il valore di un vino o di un cibo è giusto quando garantisce una remunerazione adeguata a tutti quelli che hanno lavorato per ottenerlo, quando è stato realizzato nel pieno rispetto dell’ambiente e senza scaricare costi sociali sulla collettività, e quando, in relazione alla qualità, è accessibile a chi lo deve acquistare.
Nello specifico, considerando tutti i costi di produzione dell’uva, della trasformazione, del confezionamento (dell’iva al 22%), 1.91 euro per bottiglia (a prescindere dal fatto che l’azienda sia quella di Al Bano o di qualsiasi altro produttore) ci sembra un po’ pochino per garantire una qualità dignitosa, rispetto dell’ambiente e dei lavoratori, mettendo tra l’altro fuori mercato tanti piccoli produttori scrupolosi che contribuiscono con il proprio lavoro a dare lustro al comparto vitivinicolo nazionale e a tutelare il paesaggio.
Ci sbagliamo? Può darsi, allora auspichiamo che ci venga spiegato in che modo è possibile, così da rendere accessibile a tutti i contadini il “segreto” per stare sul mercato a questi prezzi, perché i vigneron che conosciamo proprio non ci riescono a stare sul mercato a 1.91, a 2.00 e neppure a 3.00 euro con i propri vini.
Perciò diciamo che a Slow Food non dispiace affatto che i contadini abbiano successo, anzi vorremmo aiutarli a raggiungerlo, mettendo a loro disposizione strumenti e informazioni, dal momento che non sono tanti quelli che riescono nell’impresa, almeno in termini economici.
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